– di Andrew Spannaus –
La morte di Yevgeny Prigozhin e alcuni dei suoi collaboratori in un incidente aereo lo scorso 23 agosto risulta facile da spiegare per molti: il capo della Wagner avrebbe sfidato Vladimir Putin e, di conseguenza, il leader russo avrebbe atteso il momento opportuno per ristabilire l’ordine e ribadire il proprio ruolo alla guida di uno stato criminale, eliminando coloro che osarono opporsi a lui. Questa spiegazione riflette una visione semplicistica del funzionamento dello stato russo predominante nell’Occidente, ma che spesso non agevola la comprensione delle dinamiche interne al paese e di come si riflettano nelle operazioni internazionali.
Piuttosto che concepire la Russia come una dittatura con un unico capo che decide su tutto, risulta più utile considerarla come un sistema in cui il capo non si occupa dei dettagli, ma definisce obiettivi ampi; quindi, varie figure e gruppi operano senza essere direttamente comandati dal Cremlino, ma cercano di interpretare le necessità dello Stato all’interno di questo contesto. Alcuni l’hanno descritta come una particolare forma di imprenditoria, in cui gli attori privati possono agire indipendentemente poiché risultano utili per uno Stato che non può o non desidera svolgere certe attività direttamente.
Un tale sistema opera efficacemente fino a quando gli “imprenditori” comprendono e rispettano determinati limiti. Se, al contrario, eccedono, possono arrecare danni all’immagine e agli interessi del paese.
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September 1, 2023
Notizie, Strategia