I rapporti Washington-Riad

Continua la fase difficile nei rapporti tra gli Stati Uniti e l’Arabia Saudita, peggiorati negli ultimi anni a causa dell’uccisione del giornalista Jamal Khashoggi e della guerra nello Yemen, per non parlare del coinvolgimento saudita negli attacchi terroristici dell’11 settembre 2001. Il principe ereditario Mohammad bin Salman (MBS) non riesce a stabilire un rapporto con il presidente americano Biden, che regolarmente respinge le richieste che provengono da Riad.

Tuttavia gli Stati Uniti continuano a fornire aiuti all’Arabia saudita attraverso canali istituzionali. La guerra con gli Houthi ha generato molte critiche da parte dei politici americani verso il regime saudita ma ormai gli Houthi sono considerati stretti alleati dell’Iran, che ha portato le amministrazioni Trump e Biden ad aumentare il volume di vendite di armi ai sauditi ben oltre i livelli precedenti.

Gli Stati Uniti non gradiscono MBS ma anche se sarà il prossimo re i rapporti istituzionali verranno mantenuti. Nonostante i malumori, alcuni elementi della sua influenza sono considerati positivi, come le riforme culturali, compresa l’espansione dei diritti delle donne, e la riduzione del potere della polizia religiosa. E’ infatti in atto un cambiamento in Arabia Saudita, da un paese islamico fondamentalista ad una monarchia assoluta. Questo potrà ridurre il potere delle strutture wahabite a favore del ruolo della monarchia, un cambiamento nel sistema di condivisione del potere presente finora.

A Washington si intravede un allontanamento generale dalla religione da parte degli arabi del Golfo, ma senza aver identificato dei nuovi concetti filosofici come base del governo. Questo potrebbe aumentare la visione prevalentemente mercantile di questi paesi. Per quanto riguarda il conflitto in Ucraina, i paesi del Golfo non intendono entrare nella cosiddetta lotta tra stati democratici e autoritari, per motivi evidenti. Ma stanno gradualmente aumentando la produzione di petrolio, che permetterà di supplire l’eventuale blocco totale delle importazioni del petrolio russo da parte dei paesi europei.

– Newsletter Transatlantico N. 17-2022