– di Paolo Balmas –
Negli ultimi anni il Giappone ha tentato di portare cambiamneti sostanziali alla sua organizazzione economico politica. A partire dal 2012, le amministrazioni guidate da Abe Shinzo, attraverso il programma passato alla storia come le tre frecce dell’Abenomics, hanno tentato con poco successo di riformare l’economia giapponese e riportarla a livelli di crescita più consoni ai manuali di macroeconomia. Le riforme sembrano non aver funzionato. Il quantitative easing (QE), ovvero la prima freccia, non ha avuto il successo desiderato. Le ondate di denaro iniettate nell’economia, in Giappone come negli altri paesi che hanno adottato il QE, non sono andate a sostenere transazioni produttive, ovvero non hanno avuto grandi effetti sull’economia reale. Così, la prima freccia non ha preparato il campo per la seconda, cioè la politica fiscale, e la terza, la trasformazione della politica industriale. Quello che è stato definito il decennio perduto, ovvero l’appiattimento della crescita economica giapponese dopo la grande crisi degli anni Novanta, si è trasformato in un ventennio e più. Il governo di Abe ha avuto, casomai, altri meriti, ovvero il primo passo voluto e concesso, ma molto criticato, verso l’emancipazione dalla dipendenza dagli Stati Uniti in ambito dell’intelligence, della sicurezza e della difesa.
La riorganizazzione delle forze di autodifesa e dell’intelligence giapponesi hanno seguito le trasformazioni operate negli stessi ambiti da vari paesi occidentali e permettono oggi al Giappone di avere una capacità di manovra più ampia e relativamente più indipendente. Il Giappone ne ha bisogno per vari motivi. Prima di tutto i rapporti con la Russia e con la Cina si sono raffreddati e, fino a un certo punto, inaspriti negli ultimi tempi. Con entrambe le potenze, il Giappone mantiene dispute territoriali e allo stesso tempo relazioni economiche strategiche, con la Russia in ambito energetico e con la Cina in ambito industriale e commerciale. Cina e Giappone condividono uno degli scambi commerciali più intensi del pianeta e sulla scia delle trasformazioni nella politica estera degli Usa e dell’Unione Europea nei confronti della Cina, il Giappone deve trovare una formula che gli permetta di essere allineato ai suoi alleati e partner, ma non perdere di vista i propri interessi e lo stretto legame economico con Pechino.
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February 9, 2022
Economia, Notizie