Il massiccio intervento pubblico nell’economia americana, lanciato in risposta allo scoppio della pandemia nella primavera del 2020, avviene nel contesto di un più ampio ripensamento delle politiche post-industriali che hanno caratterizzato le economie occidentali da numerosi decenni. La finanziarizzazione, spinta da processi di deregulation e globalizzazione in cui i governi avevano gradualmente abdicato le proprie responsabilità nel nome di una libertà di mercato che ha anteposto gli obiettivi finanziari all’economia reale, ha avuto effetti devastanti per le classi medie e basse.
Eppure, le istituzioni pubbliche si erano convinte che non ci fossero alternative al mondo neoliberale, non solo per via della difficoltà di contrastare l’ideologia dominante, ma anche perché il modello occidentale sembrava rispondere a importanti obiettivi geopolitici: la presunta diffusione di un modello democratico e la possibilità di mantenere l’influenza politica attraverso i mercati e le istituzioni finanziarie internazionali.
Dal declino annunciato al nuovo cambiamento di paradigma
Oggi le falle di questo sistema sono diventate evidenti ai più, ma la strada del cambiamento è stata a dir poco accidentata: ci è voluta la rivolta populista che ha prodotto la presidenza di Donald Trump per costringere le istituzioni a ripensare le politiche commerciali che avevano innescato una corsa al ribasso, e a sdoganare il ritorno degli strumenti di politica industriale.
February 3, 2022
Economia, Interventi, Notizie