– di Andrew Spannaus –
Continuano le audizioni a porte chiuse alla Camera dei Rappresentanti Usa, nel contesto delle indagini per decidere se procedere alla messa in stato di accusa del Presidente Donald Trump. Infatti non c’è ancora stato un voto formale, in parte perché Nancy Pelosi non vuole costringere i congressisti democratici che provengono da distretti con molti repubblicani a votare quando sembra ancora una decisione controversa; è un calcolo elettorale che mira a mettere a riparo la maggioranza democratica nelle elezioni dell’anno prossimo (in cui si rinnova anche tutta la Camera, come avviene ogni 2 anni).
Al momento i democratici stanno seguendo una procedura particolare, che sta creando non poche polemiche. Sentono i testimoni a porte chiuse, in una stanza sicura, ed è vietato a tutti i partecipanti parlare in pubblico di quanto hanno sentito. I democratici la presentano come una necessità, perché così i testimoni non possono calibrare quanto dicono sulla base delle dichiarazioni di chi li ha preceduti. Ma i repubblicani si lamentano, perché mentre loro non possono dire nulla, i democratici permettono che le dichiarazioni iniziali dei testimoni trapelino alla stampa, offrendo ai media una serie di “pistole fumanti” senza contraddittorio.
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November 2, 2019
Notizie, Politica