(free) – di Paolo Balmas –
Sul finire di marzo, il presidente russo, Putin, e l’emiro qatariota, Al-Thani, si sono incontrati per discutere le crisi attualmente in atto e le potenzialità di una maggiore collaborazione energetica fra i due paesi. L’incontro è avvenuto a breve distanza dal recente avvicinamento alla Nato da parte del Qatar, il quale ha comunque da tempo un dialogo attivo con l’Alleanza attraverso la Turchia. Sebbene si avverta un certo contrasto nelle posizioni prese dal governo Al-Thani, l’incontro con il presidente russo è chiaramente un ulteriore passo per superare la crisi che vede Doha colpita da sanzioni economiche da parte delle altre monarchie del Golfo e dall’Egitto, che ha creato un apparente isolamento.
Apparente perché le relazioni internazionali di Doha sono più che mai attive, soprattutto dal punto di vista finanziario. Il Qatar, piuttosto, sta vivendo una veloce mutazione. Gli investimenti diretti all’estero del Qatar, una delle maggiori forze del paese, scaturita dagli immensi introiti del mercato energetico, si stanno spostando dal Vecchio Continente agli Stati Uniti e alle economie emergenti dell’Asia. Il Qatar Financial Centre (QFC) è diventato il riferimento per l’espansione degli investimenti nel Medio Oriente, oltre a essere un centro per l’internazionalizzazione della valuta cinese, il renminbi. L’amministratore del QFC ha dichiarato, durante l’Asia FDI Forum (marzo 2018) di Hong Kong, che a Doha sono presenti i maggiori nomi dell’economia orientale, primi fra tutti la cinese Industrial and Commercial Bank of China (ICBC) e la giapponese Sumitomo Banking Corporation.
Le relazioni del Qatar con le economie asiatiche sono in crescita. Inoltre, la Cina è particolarmente interessata a espandersi in Medio Oriente nell’ambito del progetto della nuova Via della Seta, che rappresenta una piattaforma perfetta per stimolare le relazioni sino-qatariote, oltre alla domanda di gas liquefatto da parte della Cina che vede nel Qatar una sorgente energetica affidabile. La domanda crescente di energia a Oriente è un altro fattore di cambiamento nelle politiche del Qatar. Uno degli elementi che partecipa a tale cambiamento è l’espansione degli Stati Uniti nel mercato delle esportazioni degli idrocarburi, che negli ultimi anni ha raggiunto mercati prima impensabili, dall’Europa allo stesso Medio Oriente. Le relazioni di Doha fra Stati Uniti, Russia e Cina si sviluppano sullo sfondo delle crisi che stanno colpendo il Medio Oriente, dalla Siria allo Yemen, e ne raccontano la complessità. Per il Qatar c’è in gioco il ruolo di monarchia dominante per influenzare l’intreccio di faccende politiche, finanziarie, geopolitiche che definiscono la vita economica della regione. Fra queste, i recenti progetti energetici nel Mediterraneo orientale, in cui sono coinvolte l’Italia, la Russia e l’Egitto, avranno un ruolo di primo piano.
– Newsletter Transatlantico N. 12-2018
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April 7, 2018
Notizie, Strategia