(free) – di Paolo Balmas –
L’Arabia Saudita è riuscita, alla fine, ad acquistare il sistema antimissilistico THAAD, prodotto dalla Lockheed Martin, per un valore di 15 miliardi di dollari. In totale saranno fornite 44 unità, costituite da piattaforma di lancio mobile e relativo equipaggiamento. Il sistema è considerato il migliore sulla piazza, insieme al rivale russo S-400. Riyadh riuscirà così a difendere il proprio territorio da potenziali attacchi missilistici. L’accordo fra il produttore statunitense, il Dipartimento di Stato e la controparte saudita, è stato possibile malgrado le tensioni dovute all’omicidio del giornalista Jamal Khashoggi, di base negli Usa, ucciso nell’ambasciata saudita in Turchia qualche settimana fa. Non è questo il solo punto in questione relativo alla vendita di armamenti all’Arabia, infatti Ryiadh è impegnata nella guerra in Yemen. Ma l’installazione del THAAD è vista più come una minaccia contro l’Iran, considerato il sostenitore della fazione anti-saudita in Yemen. L’accordo per il sistema antimissilistico rappresenta solo una piccola parte del programma di fornitura di armamenti di Washington a Riyadh, che ammonta a circa 110 miliardi di dollari. Il potenziamento difensivo in Arabia è concomitante a una trasformazione del sistema petrolifero nazionale, che si concentrerà maggiormente sulla raffinazione che sull’esportazione del greggio come è stato fino a oggi. Una riorganizzazione del settore che richiede circa 500 miliardi di dollari di investimenti. Produrre più raffinati ed esportare meno greggio costituirà un assist per gli alleati di Washington, che invece stanno andando nella direzione opposta. Da quest’anno Washington è il primo produttore mondiale di greggio (ha battuto Arabia Saudita e Russia) e sta aumentando velocemente le esportazioni.
– Newsletter Transatlantico N. 39-2018
December 4, 2018
Notizie, Strategia