Il ritiro dal trattato INF

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L’annuncio da parte del presidente americano Donald Trump che gli Stati Uniti si ritireranno dal trattato INF sulle forze nucleari a medio raggio rappresenta il culmine di una serie di polemiche che vanno avanti da diversi anni. Già nel 2014 l’Amministrazione di Barack Obama cominciò ad accusare la Russia di violazioni del Trattato, ma senza prendere misure concrete. Mosca rispose – e continua ad affermare oggi – che non è stato provato che la gittata dei nuovi missili Novator 9M729 (o SSC-8 per l’Occidente) sia superiore a 500 chilometri, accusando poi gli Stati Uniti di violare gli accordi con il dispiegamento dei missili Mk41 in Polonia e in Romania.

Le tensioni sono cresciute negli ultimi mesi, raggiungendo il picco quando il 2 ottobre l’ambasciatrice americana alla Nato Kay Bailey Hutchison ha minacciato di bombardare gli impianti russi nel Kaliningrad se Mosca dovesse continuare con il dispiegamento dei nuovi mezzi. La minaccia è stata subito ridimensionata, ma era evidente che a Washington ci si avvicinava ad un cambiamento di fase. E’ interessante notare che alcuni commentatori russi, come , della Russian Academy of Sciences, non attribuiscono la colpa a Trump, ma piuttosto alla “situazione interna negli Usa e alla posizione del Congresso verso Trump stesso, verso la Russia, e nello specifico verso il Trattato”. Questo atteggiamento viene messo alla prova in questi giorni, in cui il Consigliere per la sicurezza nazionale John Bolton si trova a Mosca per parlare di come andare avanti sul tema degli accordi sui missili.

Tra gli analisti strategici americani l’addio al Trattato INF viene salutato come positivo in quanto l’obiettivo più ampio è di rimuovere un impedimento nella corsa emergente con la Cina. Infatti Pechino sta sviluppando nuovi missile a raggio intermedio mentre Washington aveva degli impedimenti. La questione è se la competizione in questo campo pianificata dagli Usa ora indurrà la Cina a rallentare la propria attività, o avrà l’effetto contrario.

– Newsletter Transatlantico N. 35-2018

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