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Tillerson alza il tono sulla Siria

January 22, 2018

Notizie, Politica, Strategia

(free) –  Il Segretario di Stato americano Rex Tillerson ha fatto un discorso sulla questione della politica Usa in Siria il 17 gennaio, ospite di Condoleezza Rice alla Stanford University. L’intervento è stato degno di nota perché caratterizzato da un linguaggio più critico verso Bashar el-Assad e i suoi “sponsor”, l’Iran e la Russia.

Nel suo primo anno l’Amministrazione Trump ha aumentato la collaborazione con la Russia nel Medio Oriente, contribuendo al successo nell’indebolire l’ISIS e così facilitare la fine del conflitto. Parte di questa strategia era di accettare – come già fatto precedentemente dall’Amministrazione Obama – la realtà che Assad rimarrà al potere ancora per un po’ di tempo. Ora Tillerson ha scelto di attaccare il presidente siriano per la corruzione e l’oppressione messe in atto dal regime, e di invocare una configurazione “post-Assad” per il futuro.

Sempre secondo il Segretario di Stato l’influenza dell’Iran – paese considerato “peggiore del diavolo” – è stata “rafforzata drammaticamente”, e ciò deve essere combattuto.

L’obiettivo primario degli Usa rimane la sconfitta totale dell’Isis e di Al-Qaeda. Perciò si manterrà una presenza militare in Siria, per evitare “gli stessi errori compiuti nel 2011” in Iraq. Il problema, come fanno notare i siriani, è che la presenza americana sul proprio territorio non è autorizzata e quindi rappresenterebbe una violazione del diritto internazionale. Per Tillerson però è necessario rimanere per garantire che Assad non riprenda a trattare male il proprio popolo, e per evitare che l’Iran rafforzi ulteriormente la propria posizione nel paese.

– Newsletter Transatlantico N. 2-2018

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