– di Andrew Spannaus –
Dopo l’incontro personale con Kim Jong-un a Singapore, Donald Trump ora punta a utilizzare la diplomazia personale per fare progressi su un altro fronte, ancora più delicato: i rapporti con la Russia. L’annuncio del vertice tra Trump e Putin per il 16 luglio a Helsinki ha fatto subito preoccupare tutti quelli che considerano la Russia il nemico numero uno dell’Occidente, senza se e senza ma.
Nel Regno Unito in modo particolare si sono sollevate voci critiche; personaggi come l’ex Primo ministro Tony Blair e l’ex Cancelliere dello scacchiere George Osborne hanno parlato di difendere il “sistema dei valori” dell’Occidente contro le potenze in crescita come la Russia e la Cina. Per Osborne un miglioramento dei rapporti Usa-Russia renderebbero addirittura gli Stati Uniti “un partner meno affidabile” per il UK.
Il 28 giugno il Times di Londra ha intitolato “Crescono le paure in merito alla prospettiva di un ‘accordo di pace’ tra Trump e Putin”. L’articolo parla di una potenziale “crisi esistenziale” per la Nato, una situazione in cui il Presidente americano rischia di abbandonare l’Europa. Anche il Presidente del Consiglio europeo Donald Tusk ha detto che bisogna prepararsi per lo “scenario peggiore”, cioè che gli Stati Uniti si rifiutino di trattare la Russia come un avversario.
Come abbiamo scritto in passato, la situazione rimane decisamente paradossale.
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July 7, 2018
Politica