– di Andrew Spannaus –
Dopo la vittoria democratica nelle elezioni di metà mandato infuria il dibattito tra gli attivisti e gli analisti del partito per intestarsi il successo. Il tema, di cui abbiamo scritto spesso, è la divisione tra i progressisti e centristi, i primi considerati ‘populisti’ soprattutto sui temi economici, e i secondi più moderati, privilegiando una maggiore ‘responsabilità fiscale’ ed evitando le polemiche forti contro Wall Street e le grandi corporations.
Da qualche anno la paura dell’establishment (centrista) del partito democratico è che candidati più estremi, come Bernie Sanders o Elizabeth Warren, possano spingere la discussione verso un’espansione esagerata della spesa pubblica e un rifiuto delle politiche neoliberali che hanno favorito la globalizzazione. La preoccupazione rispetto alle ricette “socialiste” è stata utilizzata in modo efficace per dire che un candidato dell’ala sinistra del partito non potrebbe mai vincere contro i repubblicani; dunque meglio sostenere i moderati anche nelle primarie, invece di rischiare di perdere tutto successivamente.
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November 26, 2018
Notizie, Politica