(free) – di Paolo Balmas –
Il 5 luglio 2018, a Gibuti è stata inaugurata la più grande zona economica speciale del continente africano. Per il momento ha un’ampiezza di 240 ettari, ma il progetto è di portarla a 4800 ettari entro dieci anni. La realizzazione è stata, e sarà possibile, grazie agli investimenti di tre compagnie cinesi (China Merchants Group, Dalian Port Authority, IZP), che insieme al governo di Gibuti gestiranno la zona. Il piccolo paese africano, che tra l’altro ospita l’unica base navale cinese all’estero, è un punto chiave della Cintura economica progettata da Pechino. La sua posizione strategica fra Mar Rosso e Oceano Indiano, dove passano le navi che dall’Estremo Oriente e dall’Asia meridionale arrivano nel Mediterraneo, assumerà un ruolo ancor più decisivo negli scambi commerciali internazionali, proprio grazie alle prospettive della Cintura economica. Infatti, l’obiettivo è di creare una nuova rotta che unisca l’Africa alla penisola arabica e al Golfo Persico, quindi all’Iran e all’Asia centrale. Un progetto che mette direttamente in comunicazione i mercati emergenti dei due continenti.
Il Corno d’Africa si sta già trasformando in un hub commerciale grazie alla realizzazione di nuovi porti in Somalia e alle ferrovie che uniscono le coste all’Etiopia, il paese di cui si aspetta ormai da anni un veloce sviluppo, grazie soprattutto alla sua situazione demografica. Gli investimenti cinesi stanno accelerando lo sviluppo dell’intera Africa orientale e stanno permettendo a Pechino il controllo di alcuni snodi fondamentali del futuro circuito economico regionale, di cui quello di Gibuti è probabilmente il più importante.
– Newsletter Transatlantico N. 23-2018
July 7, 2018
Economia, Notizie