(free) – di Paolo Balmas –
Gli ultimi bilanci commerciali del Giappone, rilasciati lo scorso aprile, segnalano le esportazioni giapponesi su base annua in aumento del 7,8%. La crescita è dovuta soprattutto all’esportazione di automobili e macchine utensili, una parte delle quali è diretta al mercato degli Usa. Il surplus della bilancia giapponese con gli Usa è in aumento del 4,7%, secondo gli stessi valori di aprile 2018 (il surplus annuale ha raggiunto i 65 miliardi di dollari nel 2017). Le tariffe imposte dall’amministrazione Trump sull’acciaio e altri metalli, devono ancora produrre i loro effetti. Ad aprile, l’acciaio e il ferro giapponesi hanno registrato un aumento di esportazioni verso gli Usa del 14% circa. Si prevede, invece, un calo a partire da maggio. L’aumento delle esportazioni riguarda anche la Cina, il principale partner commerciale di Tokyo, con un +10,9%, e l’Unione Europea, con un +14,1%.
Il Giappone si sta rivelando più competitivo non solo nella capacità di esportazione, rispetto ai suoi principali partner, ma la sua campagna di acquisizioni all’estero tradisce una proiezione, o quanto meno un interesse, nel generale sviluppo infrastrutturale del continente eurasiatico, sulla scia dell’iniziativa cinese della Cintura economica. Un esempio è dato dall’acquisizione da parte di Ishikawajima Heavy Industries, più nota con il suo acronimo IHI, di una porzione dell’italiana Astaldi. L’operazione, resa possibile nell’ambito della riorganizzazione del proprio debito da parte di Astaldi, consentirà alla giapponese il controllo del 18% del capitale e il diritto di voto del 13%. Le due imprese hanno già avuto relazioni nella realizzazione di grandi opere in Europa e in Turchia.
Anche l’Hitachi ha portato a termine una nuova manovra con la creazione di una joint venture con la russa Transmash Holding. La giapponese coprirà una quota del 49% dei 375 milioni di rubli di capitale. Anche in questo caso, le due società hanno avuto già relazioni economiche nella realizzazione di componentistica destinata alle metro di Budapest, di San Pietroburgo e di Sofia. L’obiettivo di Hitachi è di espandere le proprie operazioni nell’area d’influenza russa, che ricopre un ruolo cruciale nella realizzazione dei corridoi per il trasporto ferroviario dalla Cina all’Europa. L’Hitachi aveva di recente già acquistato parte dell’industria ferroviaria italiana.
In generale, quindi, il Giappone sembra mettersi in competizione con gli Stati Uniti in un momento in cui la politica dell’America First dovrebbe in qualche modo scoraggiare o riorganizzare le relazioni con i paesi che mostrano una capacità d’esportazione superiore. Inoltre, entra in aperta competizione con la Germania e la Cina per la conquista del mercato ferroviario continentale e apre nuovi orizzonti sul fronte delle grandi opere in Europa. In altre parole, le alleanze in Italia e in Russia, ma non solo, si mostrano come parte di una nuova strategia nipponica per ampliare le mire internazionali. Bisogna attendere i primi risultati delle politiche dell’amministrazione Trump per comprendere se le sanzioni si abbatteranno anche sulla bilancia commerciale fra Tokyo e Washington. Ma le relazioni fra le due potenze potranno facilmente trovare un’intesa grazie alla connessione fra la sete di risorse energetiche del Giappone e la strategia per l’esportazione di idrocarburi degli Usa.
May 29, 2018
Economia, Notizie