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Mentre Washington sta rivedendo il proprio trattato commerciale bilaterale con Seoul, Tokyo ha dichiarato di non voler trattare con gli Stati Uniti per definire un accordo di libero scambio fra le due potenze. Sin dalla decisione dell’Amministrazione Trump di recedere dalle trattative per il Trans Pacific Partnership (TPP), il Giappone si è ritrovato nella condizione di dover sviluppare una nuova formula per mantenere in vita la possibilità di realizzare una partnership multilaterale nell’area dell’Asia-Pacifico.
Osservando le trattative fra Usa e Corea del Sud, che fra l’altro sono dirette a facilitare l’ingresso delle aziende farmaceutiche e dell’automobile statunitensi in Corea, il Giappone teme di dover concedere un’apertura alle grandi firme americane dell’agroalimentare. Sostanzialmente, lo stesso problema che si doveva affrontare con il TPP. Cambia lo scenario, ma per il Giappone non cambia la propria condizione costituita da un mercato agroalimentare elitario, protetto e di alta qualità, che dovrebbe cedere all’ingresso di riso, soia e altri prodotti notoriamente di qualità più bassa e ai quali il mercato e la popolazione dovrebbero velocemente abituarsi. In cambio, però, potrebbe ottenere la cancellazione dei dazi sui metalli recentemente imposti da Washington.
Il vice primo ministro giapponese, nonché ministro delle Finanze, Taro Aso, non crede che possa venire qualcosa di buono da un accordo bilaterale di libero scambio con gli Stati Uniti, i quali avrebbero una forza schiacciante in alcuni settori. Inoltre, le preoccupazioni sono rivolte anche al rapporto fra valute, in quanto lo yen potrebbe risentirne, con ulteriori ripercussioni negative sul mercato interno.
– Newsletter Transatlantico N. 13-2018
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April 14, 2018
Economia, Notizie