(free) – di Paolo Balmas –
L’opposizione fra Etiopia e Egitto si è attenuata quando i due paesi sono di recente riusciti a mettersi d’accordo per portare a termine degli studi scientifici sull’impatto che avrà la Grand Ethiopian Renaissance Dam, la diga da 5 miliardi di dollari voluta dall’Etiopia, sulle acque del Nilo. Il Cairo si è sempre opposto al progetto per il timore di subire riduzioni nella fornitura di acqua, garantita dal fiume. Dal suo punto di vista, Addis Abeba ha bisogno di energia per la propria economia e non può rinunciare al progetto. L’Etiopia sta velocemente crescendo e, di fatto, nell’arco di pochi anni potrebbe cambiare gli equilibri geopolitici regionali. Le sue priorità sono sostanzialmente due: l’energia e l’accesso al mare, oltre ovviamente ai capitali d’investimento per mettere in moto la seconda popolazione dell’Africa. La potenzialità demografica dell’Etiopia ha portato a considerare la possibilità, da parte di molti paesi, di investire e di fare del paese africano uno dei centri di produzione del futuro.
La prospettiva della Via marittima della Seta e dello sviluppo infrastrutturale della regione sono le garanzie per far funzionare lo sviluppo economico etiope. L’impegno mostrato dal governo al fine di mantenere la stabilità, in alcuni momenti messa a rischio, e di concentrarsi sull’ampliamento delle infrastrutture per i trasporti, ha dato i suoi effetti. Nel 2015 le strade erano costituite da una rete di 100.000 km, oggi superano i 120.000 e per il 2020 ci si aspetta di raggiungere i 200.000. Negli ultimi dieci anni gli investimenti diretti dall’estero sono aumentati, da circa 100 milioni di dollari l’anno a oltre quattro miliardi. La crescita economica annua si aggira intorno al 9%. Sono già in via di sviluppo parchi industriali, mentre strade e ferrovie stanno aprendo nuove prospettive a un’economia fino a poco fa chiusa in sé stessa, come del resto è per molti paesi africani. Gli investimenti, le connessioni con il Kenya e con l’Oceano Indiano rivoluzioneranno il paese quanto la regione.
– Newsletter Transatlantico N. 19-2018
June 4, 2018
Economia, Notizie