– di Andrew Spannaus –
E’ salita ancora la frenesia dei media americani – per non parlare di quelli italiani – in merito al Russiagate dopo le rivelazioni sull’incontro tra Donald Trump Jr. e l’avvocatessa russa Natalia Veselnitskaya. Dopo le prime accuse del New York Times del 8 luglio, è stato lo stesso figlio del presidente a pubblicare lo scambio e-mail in cui confermava il suo interesse per informazioni sulle attività potenzialmente illegali da parte di Hillary Clinton, pur venendo da fonti russe.
E’ stato interessante sentire le parole – accurate – di alcuni corrispondenti che hanno parlato della “prima prova tangibile” di collusione tra la campagna di Trump e il governo russo, anche se non ha avuto seguito in questo caso. In effetti è così: finora si sono sentite solo accuse senza prove nei fatti, che si basano su un teorema politico: parlare con i russi significa tradire gli Stati Uniti, in quanto la Russia deve essere trattata come potenza nemica.
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July 21, 2017
Notizie, Politica