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Hurricane Harvey

L’uragano Harvey e la città di Houston

September 9, 2017

Notizie, Politica

(free) – di Andrew Spannaus –

Mentre gli ultimi residui dell’uragano Harvey sono arrivati sulla costa Est, e la Florida si prepara per la prossima mega-tempesta, di nome Irma, negli Stati Uniti si fa il bilancio dei danni a Houston e dintorni. Harvey ha scaricato ben oltre un metro di pioggia su alcune aree del Texas nello spazio di una sola settimana, provocando gli allagamenti peggiori da molti decenni, con difficoltà paragonabili a quelle subite con l’uragano Katrina nel 2005.

L’intensità e la durata delle pioggie hanno fatto parlare di un evento che capita “ogni 500 anni”. Si tratta di un malinteso però, perché quando si parla di un “500-year event” (o un altro numero) si intende una probabilità statistica, cioè che la probabilità che tanta acqua cadrà a Houston è 1 su 500 in un dato anno. In realtà gli eventi gravi possono essere frequenti e irregolari, come lo sono stati negli ultimi anni, senza seguire una tempistica teorica, ovviamente.

E’ facile per i media dare la colpa ai cambiamenti climatici, anche se gli esperti giustamente fanno notare che non si può tracciare alcun legame diretto. Quello che invece è molto chiaro, è il nesso causale tra la severità degli allagamenti e la gestione urbanistica della città. Houston è la quarta città americana per popolazione, e quella che è cresciuta di più negli ultimi anni. Il problema è che è cresciuta senza regole, in quanto manca un piano regolatore.

Questa assenza ha dell’incredibile, ma è proprio così, in quanto i residenti e i dirigenti texani sono fortemente contrari all’ingerenza della politica nell’economia; più volte i cittadini di Houston hanno respinto i tentativi passati di regolamentare la crescita urbanistica, nel nome della difesa dei diritti legati alla proprietà privata. Di conseguenza tra il 1992 e il 2010 “la città senza limiti” – come si autodefinisce Houston – ha visto la copertura di circa il 30 per cento delle zone paludose della contea di Harris, che circonda la città, riducendo fortemente la capacità dell’acqua di defluire senza provocare inondazioni.

La zona è soggetta ad allagamenti da sempre, vista la presenza di un’ampia pianura tra il Golfo del Messico e la città di Houston, che si trova ad un’altezza di appena 15 metri sul livello del mare. Nonostante queste condizioni, non ci sono standard di costruzione per combattere il pericolo dell’acqua alta. In alcuni quartieri si utilizzano pilastri e altre tecniche per garantire l’incolumità delle abitazioni; ma l’assenza di un piano regolatore ha fatto sì che buona parte delle case erano impreparate, con i risultati visti in questi giorni.

Siccome l’assicurazione contro gli allagamenti è poco comune nella zona di Houston, nonostante tutti questi fattori, ora toccherà al governo federale coprire le spese della ricostruzione. Per questo ci si aspetta che il costo totale di Harvey potrebbe eguagliare o anche superare quello di Katrina. Si aspetta che il Congresso stanzi i fondi necessari – anche oltre 100 miliardi di dollari – in linea con il grande impegno mostrato dai cittadini e dalle autorità locali e federali per aiutare chi è in difficoltà. Però si discute anche di quanto le decisioni politiche hanno contribuito a peggiorare un disastro naturale.

– Newsletter Transatlantico N. 38-2017

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