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The_Pentagon_January_2008

Lo Stato profondo

April 3, 2017

Politica, Strategia

– di George Friedman –

GPF

Si avverte qualcosa di nefasto nell’espressione “Stato profondo”. Sembra insinuare che sotto ai principi e ai sistemi legalmente costituiti, vi sia un potere più potente e profondo che controlla la nazione. Sembra insinuare l’esistenza di una forza unificata e innestata nelle fondamenta della repubblica, che possiede una propria agenda e gli strumenti per minare le decisioni dei presidenti eletti e dei membri del Congresso. La sua potenza deriva dal controllo dei meccanismi di potere e dall’essere invisibile.

Di fatto, lo Stato profondo esiste. Ma non è segreto e non è così accattivante quanto l’espressione potrebbe far credere. È stato istituito nel 1871 e continua a rappresentare il meccanismo reale sottostante al governo federale, che serve a controllare e spesso a rimodellare le politiche dei funzionari eletti. Tale istituzione si chiama la pubblica amministrazione ed è stata creata per limitare il potere del presidente.

I funzionari pubblici non organizzano i colpi di Stato; diventano funzionari pubblici perché la paga è soddisfacente, la sicurezza del lavoro è alta e i benefit sono eccellenti. Molti potrebbero guadagnare tanto di più in altri ambiti, ma scelgono razionalmente la loro preferenza. E molti credono profondamente nella loro missione. La CIA, che possiede il proprio sistema di pubblica amministrazione, non è dotata di un imponente numero di impiegati che assumono i rischi (eccezion fatta per un manipolo che di fatto li assume). Prendere il controllo del governo, ben oltre il diffondere qualche documento, viola i principi basilari dell’impiego nelle istituzioni: cautela burocratica. Nella maggior parte dei casi, il personale delle istituzioni governative è costituito da persone caute che credono genuinamente nella loro missione, che il giorno successivo continuano a fare ciò che facevano il giorno precedente. La loro forma di resistenza è costruita intorno a una resistenza passiva. Le richieste di cambiamento non si manifestano attraverso la rivolta, ma per mezzo del ritardo, della complessità e della confusione.

Il punto non è che esiste un governo profondo, ma che il governo profondo non è un segreto. È stato creato allo scopo di limitare il potere presidenziale e, in parte, il volere del popolo. Nel separare la politica dall’amministrazione, la creazione dei funzionari pubblici ha indebolito il sistema politico e ha rafforzato quello amministrativo. Si tratta di qualcosa che è stato espressamente voluto.

Esiste uno strato di impiegati intorno ai confini turbolenti che ha ambizioni che vanno molto oltre il proprio lavoro. Questi impiegati, in particolare quelli che si avvicinano alla pensione, sono presenti anche nelle agenzie indipendenti. Una parte sono uomini e donne giovani e brillanti che creano scompiglio a causa delle loro ambizioni; l’altra parte, invece, sono uomini e donne che hanno passato la carriera a svolgere con difficoltà il proprio dovere in opposizione a un sistema politico che considerano incapace di comprendere ciò che fanno. Si capisce, se consideriamo che hanno speso la carriera a rendere misterioso e incomprensibile il proprio lavoro. Man mano che invecchiano diventano più conservatori (nel senso di voler preservare ciò che è) e si considerano i guardiani di antiche verità. Spesso si trovano davanti a un presidente che crede che gli esperti siano il problema e non la soluzione.

In molti paesi tutto questo implicherebbe i carrarmati per le strade. Negli Stati Uniti, invece, si traduce in un intenso e creativo insultarsi, sia diretto che attraverso soffiate al Washington Post (per i ranghi secondari) e al New York Times (per i ranghi più alti). […]

Un problema serio emerge quando un presidente eletto affronta la rivolta di coloro che si presuppone siano al suo servizio. Qualsiasi cosa questi possano pensare, lavorano per il presidente, che è stato eletto secondo la Costituzione. Il problema è che il non sottoporsi al volere del presidente e il non rispettare i risultati delle elezioni (incluso il diffondere dichiarazioni non confermate sul presidente), risulta inopportuno. La maggior parte dei presidenti si è lasciata intimidire da ciò, ma Donald Trump dà tante noie quante ne riceve.

Il punto è che l’idea secondo cui esiste uno Stato profondo nascosto alla vista, che controlla veramente le cose, sarebbe assolutamente vera, se non fosse che questo è visibile a chiunque lo osservi ed è pure impresso nella legge. Non esiste per ragioni cospiratorie, ma per il desiderio di proteggere il governo dalla politica. Ne comprendo la logica, ma il risultato assume conseguenze inaspettate e spiacevoli. Una discussione sullo Stato profondo è possibile solo se non si comprende veramente che il governo degli Usa funziona in questo modo perché lo Stato profondo è stato davvero percepito come una buona idea.

Per coloro che non hanno voglia di fare ricerche, c’è una commedia della BBC intitolata “Yes Minister”, con il seguito “Yes, Prime Minister”, che narra la storia dello scontro fra il governo britannico eletto e il governo permanente dei funzionari pubblici. È esilarante e, se non altro, vi mostrerà che i britannici sono folli quanto gli americani, ma molto più garbati.

Riprodotto con il permesso di Geopolitical Futures.

Copyright Geopolitical Futures, LLC.
Traduzione di Paolo Balmas.

L’originale in inglese è disponibile qui.

– Newsletter Transatlantico N. 16-2017

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