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La mossa di Trump sul clima

June 6, 2017

Notizie, Politica

– di Andrew Spannaus –

La decisione del presidente americano Donald Trump di mantenere la promessa elettorale e ritirare gli Stati Uniti dagli accordi di Parigi ha provocato il prevedibile scompiglio dentro e fuori dal Paese. La preoccupazione verte su due fronti: la presunta rinuncia americana alla leadership su temi internazionali, e il messaggio che sembra andare a favore dei scettici sulla tesi dei cambiamenti climatici.

Sul primo fronte, quello del modello multilaterale, non c’è da rimanere sorpresi. Trump è stato sempre chiaro nell’esprimere i suoi dubbi verso le istituzioni sovranazionali, e quindi il ritiro da questo accordo è ovviamente coerente con la visione di chi vuole evitare vincoli esterni sulla politica americana. E’ un orientamento certamente non limitato al cosiddetto populismo di Trump; molti politici repubblicani si esprimono regolarmente contro gli organismi multinazionali, a partire dalle Nazioni Unite.

Anche l’angoscia sull’isolazionismo americano, cioè che il paese starebbe cedendo la sua autorità morale ai cinesi, o all’Europa – che da queste parti qualcuno vede come un’opportunità – è esagerata, o forse semplicemente un desiderio visto l’attuale occupante della Casa Bianca. E’ poco probabile che l’America di Trump non influirà più sulle scelte internazionali solo perché si è ritirata da un accordo multilaterale. Piuttosto si indica una tendenza che caratterizza la politica energetica Usa, già ampiamente impostata dal secondo mandato di Barack Obama.

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