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Missile Defense Agency FTO-01 Flight Test

La Guerra economica di Pechino contro Seoul

December 4, 2017

Economia, Notizie, Politica

(free) – di Paolo Balmas –

I presidenti di Cina e Corea, Xi Jinping e Moon Jae In, hanno messo fine alla guerra economica che Pechino aveva dichiarato in reazione alla decisione sudcoreana di avvalersi del sistema antimissile THAAD, prodotto dalla statunitense Lockheed Martin. L’incontro fra i due presidenti, che ha avuto luogo lo scorso 11 novembre, si è concluso con la normalizzazione degli scambi commerciali e con la dichiarazione di Moon, già passata alla storia con l’espressione “i tre No”. Infatti, la Corea del Sud ha detto no all’ulteriore ampliamento del sistema THAAD, all’alleanza militare con Usa e Giappone, e alla partecipazione a uno scudo antimissilistico regionale, più ampio, guidato dagli Usa. Il cambiamento di rotta di Seoul è stato dovuto agli effetti deleteri di misure economiche prese a Pechino per limitare gli affari con le imprese sudcoreane.

Durante la disputa durata più di un anno, la Cina aveva drasticamente diminuito e poi bloccato le attività turistiche verso la Corea del Sud, provocando una perdita di circa 15 miliardi di dollari per l’economia sudcoreana nei primi nove mesi del 2017. Inoltre, le vendite in Cina di colossi come Hyundai e Lotte avevano subito gravi perdite. Il ritorno alla normalità è stato certamente accolto da entusiasmo anche all’Eni, che con Versalis ha annunciato, il 23 novembre, l’apertura di un nuovo stabilimento di produzione in Corea del Sud, al 50% proprio con Lotte, per la produzione di elastomeri. La Versalis possiede già impianti di produzione anche in Cina.

L’accordo non può non essere passato anche per Washington, che sembra uscirne come perdente su tutti i fronti pochi giorni dopo il viaggio di Trump in Asia, che aveva segnato un aumento sostanziale dei rapporti commerciali e della cooperazione fra le due superpotenze. Non è da sottovalutare la possibilità che, fra intese di varia natura, ci sia un accordo implicito per un maggiore coinvolgimento di Pechino nella risoluzione della questione nordcoreana. In fondo, il THAAD era stato venduto come scudo necessario alla minaccia di Pyongyang. Chiaramente, aveva mire ben più ampie. L’accusa esplicita di Pechino rivolta a Washington consisteva nel fatto che, secondo gli esperti cinesi, il THAAD sarebbe stato uno strumento per monitorare le attività militari sul continente.

– Newsletter Transatlantico N. 50-2017

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