(free) – di Paolo Balmas –
Il presidente russo Vladimir Putin si è recato lo scorso lunedì, 10 ottobre 2016, in Turchia per il ventitreesimo World Energy Congress e ha potuto incontrare così il presidente turco Recep Tayyip Erdogan. L’ultima visita in Turchia del presidente russo risaliva a novembre 2015.
Le relazioni fra Mosca e Ankara, dopo un periodo di gelo e tensione dovuti all’abbattimento di un aereo russo in Siria da parte dell’aviazione turca, sono riprese in seguito al fallito tentativo di colpo di stato in Turchia. Secondo alcune fonti, infatti, il Cremlino avrebbe avuto un ruolo sensibile in favore del governo Erdogan. La posizione di Erdogan, da allora, è stata caratterizzata da una forte critica nei confronti dell’amministrazione Obama, accusata di proteggere Fethullah Gulen (indicato ad Ankara come principale responsabile del fallito colpo), e una distensione rappacificatrice nei confronti di Mosca. La Turchia è intervenuta in Siria e non si trova in una posizione facile, poi il tentativo di cooperazione fra Russia e Stati Uniti sulla stessa Siria è di recente saltato.
In breve, questo è lo sfondo sul quale i due presidenti si sono incontrati per parlare del conflitto e di sicurezza, ma soprattutto di energia e di commercio.
Mentre la Russia trasformerà la sua presenza militare navale a Tartus (Siria) in una base permanente, in Turchia è stato riaperto il progetto del gasdotto Turkish Stream, che attraverso il Mar Nero e la Turchia porterà il gas naturale russo in Europa lungo una nuova rotta meridionale. Inoltre, Mosca ha accettato di eliminare il blocco delle importazioni dalla Turchia su alcuni prodotti agroalimentari, che era stato imposto in seguito all’abbattimento dell’aereo.
La Turchia ha tenuto a precisare che l’alleanza atlantica e in particolare con gli Usa non è messa in discussione. L’obiettivo di Erdogan, quanto di Putin, è di tornare alla normalità delle relazioni diplomatiche ed economiche fra Russia e Turchia.
– Newsletter Transatlantico N. 69-2016
October 16, 2016
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