– di Andrew Spannaus –
La visita di Barack Obama in Gran Bretagna la scorsa settimana ha gettato lo scompiglio nel mondo angloamericano. Il presidente americano è andato ad incoraggiare espressamente gli inglesi a votare contro il Brexit, ossia a rimanere nell’Unione Europea. Così facendo ha provocato due tipi di reazioni: la rabbia di chi nutre ancora dolci ricordi dello strapotere dell’impero britannico, e la consapevolezza che il rapporto privilegiato tra Stati Uniti e Gran Bretagna sta cedendo di fronte alla crescente importanza dei paesi asiatici.
Innanzitutto occorre prendere nota del sostegno americano per l’Unione europea. La legenda degli Usa che vorrebbero vedere il fallimento dell’Europa per indebolire un competitor si mostra superficiale; qualcuno la pensa pure così oltreoceano, ma si tratta di una posizione minoritaria. La maggior parte dell’élite invece caldeggia il successo dell’establishment europeo nel garantire la continuità del modello politico-economico occidentale attuale. Si tratta di un sistema che pur di fronte ad una crisi economica globale non ha ridotto l’influenza della grande finanza, insistendo sul rigore piuttosto che permettere il ritorno di una politica industriale più indipendente.
“In fondo alla coda”
La botta più grossa per Londra è stata quando Obama ha bocciato l’idea di una Gran Bretagna fuori dall’Europa che faccia un accordo commerciale con gli Usa.
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May 2, 2016
Notizie, Politica, Strategia