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Rhodes Obama

Il Blob della politica estera a Washington

May 28, 2016

Notizie, Politica

(free) – di Andrew Spannaus –

Ha fatto scalpore a Washington un recente profilo nel New York Times di Ben Rhodes, Consigliere del presidente Obama per la comunicazione strategica. L’articolo presenta il giovane Rhodes (38 anni) come un manipolatore dei media e dell’opinione pubblica, uno scrittore creativo prestato alla politica che usa le sue doti per garantire il successo di Obama, e in alcuni casi – secondo il giornalista David Samuels – addirittura di influenzare il presidente con le sue idee.

I passaggi incriminanti che hanno provocato delle reazioni nel mondo politico riguardano come la Casa Bianca ha “venduto” l’accordo con l’Iran. L’articolo parla di come Rhodes ha trasmesso una storia sulla situazione interna all’Iran che non rifletteva proprio la realtà, ma che serviva a vincere la battaglia politica. Si rimarca il fatto per esempio che le trattative iniziarono già nel 2012, ben prima dell’arrivo del moderato Hassan Rohani alla presidenza. Per Samuels la storia di come l’Amministrazione approfittò del cambiamento dopo le elezioni del 2013 svela l’agenda “segreta” di Obama, il fatto che nutre una forte volontà di cambiare la politica estera americana.

In questo contesto escono delle pillole molto interessanti, che vanno ad integrare il quadro presentato nell’intervista di Jeffrey Goldberg a Obama su The Atlantic di aprile, seppur presentate in un’ottica più negativa dal giornalista Samuels, oppositore di lunga data dell’apertura all’Iran.

Rhodes, che tutti riconoscono avere un’affinità notevole con il presidente, critica spesso l’establishment della politica estera che rimane chiusa nella mentalità che ha portato alla guerra in Iraq nel 2003; definisce personaggi come Hillary Clinton e l’ex segretario alla Difesa Robert Gates come parte del “Blob” di Washington, che si lamenta in continuazione della ritirata (militare) degli Stati Uniti dal Medio Oriente.

Sul tema si interpella un altro membro del club, che sembra aver subito la volontà di cambiamento di Obama: Leon Panetta, ex segretario della Difesa ed ex-direttore della Cia. Per Panetta la virata di Obama verso l’Iran è “il risultato logico di una premessa profonda in merito agli effetti negativi dell’utilizzo della forza militare americana su qualsiasi scala che va oltre gli attacchi con i droni o con le forze speciali”.

Per Panetta la visione del presidente è di porre fine alle guerre americane in Medio Oriente, e quindi evita qualsiasi mossa che avrebbe avuto l’effetto contrario.

Un altro corollario dell’accordo con l’Iran – che sarebbe stato definito nei suoi contorni generali già nel marzo 2013 – era di “creare lo spazio per l’America di districarsi dal sistema di alleanze con l’Arabia Saudita, l’Egitto, Israele e la Turchia”.

– Newsletter Transatlantico N. 35-2016

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