– di Paolo Balmas –
La Repubblica popolare cinese si trova nel pieno di un processo di trasformazione, spesso confuso con una crisi economica, caratterizzato da vari obiettivi a breve, medio e lungo termine. Fra questi, uno di rilievo è stato svelato negli scorsi mesi dal presidente Xi Jinping. Si tratta di fare della Cina, entro il 2050, un polo mondiale per l’innovazione tecnologica. In altre parole, da importatrice di hi-tech e know-how, Pechino vuole diventare un’esportatrice di primo piano, concorrendo nel mercato globale contro gli Stati Uniti e i paesi all’avanguardia dell’Unione Europea.
Per raggiungere tale obiettivo le grandi compagnie cinesi, sia pubbliche che private, stanno spendendo ogni anno miliardi di euro in investimenti diretti all’estero, allo scopo di conquistare il know-how necessario per sviluppare una propria offerta di alta tecnologia nell’arco di pochi decenni.
Dopo aver sperimentato il protezionismo del mercato degli Stati Uniti, che più volte non hanno concesso fusioni e acquisizioni da parte cinese (operazioni monitorate dal Committee on Foreign Investment in the US – CFIUS), Pechino ha puntato all’Ue dove le restrizioni riguardano solo il settore della Difesa e le infrastrutture critiche per la distribuzione dell’energia. Così, la Cina ha scelto la Germania come principale territorio di espansione in ambito industriale e tecnologico.
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September 12, 2016
Economia