– di Andrew Spannaus –
La scorsa settimana il Segretario del Lavoro americano Tom Perez ha presentato la nuova regola sul “dovere fiduciario” per alcune categorie di intermediari finanziari negli Stati Uniti. Si tratta della conclusione di un processo iniziato nel 2010, ma rallentato a causa della forte opposizione del mondo finanziario. Purtroppo una serie di deroghe rendono la regola decisamente più debole della versione originale.
Nell’introduzione alla nuova fiduciary rule si nota che finora molti promotori “operano con conflitti di interesse che non sono obbligati a dichiarare, e hanno responsabilità limitata ai sensi della legge previdenziale federale per i danni che possono risultare dai loro consigli”.
Pertanto, attraverso la nuova normativa secondaria, sarà definito fiduciaro chi fornisce “consigli per gli investimenti ricevendo un qualsiasi compenso, diretto o indiretto, rispetto alle somme di un piano [pensionistico]…” Oltre a porre questi obblighi per i promotori, seppur con varie eccezioni, sarà vietato per i fiduciari “eseguire delle ‘operazioni proibite’, che pongono dei rischi speciali per la sicurezza del pensionamento, della salute, e di altri piani di benefici a causa dei conflitti d’interesse dei fiduciari in merito a tali operazioni”.
Il concetto di base è semplice, ed è già noto in Europa, dove oltre alle legislazioni nazionali, esiste la Direttiva Mifid 2004/39/CE che statuisce che gli intermediari finanziari “devono comportarsi con diligenza, correttezza e trasparenza, per servire al meglio l’interesse dei clienti e per l’integrità dei mercati; (…) adottano ogni misura ragionevole per identificare i conflitti di interesse che potrebbero insorgere con il cliente o fra clienti, e li gestiscono, anche adottando idonee misure organizzative, in modo da evitare che incidano negativamente sugli interessi dei clienti (ed) informano chiaramente i clienti, prima di agire per loro conto, della natura generale e/o delle fonti dei conflitti di interesse quando le misure adottate ai sensi della lettera a) non sono sufficienti per assicurare, con ragionevole certezza, che il rischio di nuocere agli interessi dei clienti sia evitato”.
La fiduciary rule significa che chi vende prodotti di investimento ad un cliente non può pensare solo al proprio guadagno, ma deve considerare innanzitutto l’interesse del cliente. Può sembrare un’astrazione, ma è un punto molto importante su cui fare perno quando un broker o una società finanziaria guadagna sulla sfortuna dei propri interlocutori.
In Italia, per esempio, ci sono state diverse cause giudiziarie in merito ai contratti di strumenti derivati venduti negli anni passati agli enti locali. Nel 2013 il Prof. Avv. Daniele Maffeis di Milano ha dedicato un apposito studio comparatistico ad evidenziare la differenza fondamentale tra l’approccio dei tribunali italiani e quelli inglesi sul tema, in quanto il giudice italiano identificò degli ovvii conflitti di interesse e stabilì che la vendita di derivati over the counter deve essere vietata quando non è adeguata all’interesse del cliente.
Il giudice di Londra invece – foro preferito dagli intermediari – respinse questa interpretazione e permise all’intermediario di agire semplicemente come controparte contrattuale, cercando il proprio guadagno dove possibile anche se significava fornire una versione imprecisa della realtà.
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April 19, 2016
Economia