(free) – di Andrew Spannaus –
Continua l’ascesa di Marco Rubio nella campagna elettorale americana. Il Senatore della Florida sembra essere sempre di più la scelta dell’establishment repubblicano rispetto agli outsider Trump e Carson, surclassando Jeb Bush che manca di vivacità e di risposte adeguate per superare il peso del passato della propria famiglia.
Rubio è arrivato a Washington come uno dei primi candidati del Tea Party, ma negli anni successivi ha dimostrato di essere ben capace di adeguarsi alle realtà politiche del momento; potrebbe essere un candidato forte se dovesse sfidare Hillary Clinton, facendo buon uso della sua gioventù (44 anni contro i 68 di Hillary), la provenienza ispanica, e i fattori geografici (la Florida è sempre uno stato chiave per via del sistema dei grandi elettori).
Uno dei fattori fondamentali nelle primarie repubblicane è l’appoggio dei miliardari, che nelle ultime campagne elettorali non hanno esitato a spendere centinaia di milioni di dollari di tasca propria per sostenere i loro candidati preferiti. Sono soldi che per via delle norme sul finanziamento delle campagne elettorali non vanno direttamente al candidato, ma hanno un’influenza enorme attraverso gruppi “indipendenti” che finanziano campagne pubblicitarie molto costose e efficaci. I miliardari tendono anche a trascinare con sé i loro amici benestanti, che aiutano a influenzare quelli che contano nella dirigenza del partito a livello nazionale e regionale.
Questa settimana Rubio ha ricevuto il sostegno di uno di questi miliardari in particolare: Paul Singer.
Singer è un investitore negli hedge fund che oltre ai temi consueti per i ricchi repubblicani come l’abbassamento delle tasse e l’appoggio incondizionato alla destra israeliana, sostiene un’altra causa meno nota: quella dei “fondi avvoltoi” che mirano ad estrarre miliardi di dollari dall’Argentina con operazioni speculative sui vecchi titoli di stato coinvolti nel default del 2001.
La società Elliot Management di Singer ha pagato 50 milioni di dollari per rilevare una serie di quei titoli, e ora conduce una campagna spietata per ricavarne 1,5 miliardi, un bel profitto si direbbe.
Oltre ad aver ottenuto l’avallo di un tribunale di New York, Singer sostiene i tentativi dell’American Task Force Argentina di diffamare il governo di Cristina Fernandez de Kirchner in vari modi, accusandola di proteggere il terrorismo, l’antisemitismo e il traffico di droga. Il direttore del Task Force ha dichiarato: “Facciamo tutto il possibile per aumentare l’attenzione nel nostro governo e nei media sul ruolo negativo dell’Argentina”.
Naturalmente Singer e i suoi cercano alleati tra i politici, e di recente hanno trovato uno nuovo: Marco Rubio. L’anno scorso Rubio ha cominciato a criticare l’Amministrazione Obama perché definisce l’Argentina un paese alleato. Ha anche presentato una risoluzione accusando Kirchner di aver coperto il ruolo del suo paese nell’attentato del 1994 contro un centro ebraico (si veda Newsletter Transatlantico n. 7-2015).
Negli ultimi cinque anni risulta che il secondo sostenitore più grande di Rubio è proprio la Elliot Management, che ha contribuito con 122.620 dollari. Nei prossimi mesi Rubio potrà contare su cifre anche ben maggiori, man mano che i miliardari influenti aumentano i loro sforzi per garantire la presenza di un amico alla Casa Bianca.
– Newsletter Transatlantico N. 79-2015
November 3, 2015
Notizie, Politica