(free) – di Paolo Balmas – Dopo aver mostrato la volontà di riavvicinarsi a Mosca, malgrado le sanzioni economiche nei confronti di imprese e cittadini russi, Shinzo Abe punta alla risoluzione della disputa territoriale delle isole Curili, che il Giappone sostiene con la Russia dal 1945.
La questione delle Curili, oltre a rappresentare un importante dibattito politico interno, per il governo di Tokyo va di pari passo alla realizzazione del gasdotto subacqueo che unirà la costa russa orientale all’isola del Hokkaido.
La Federazione russa fornisce già il 10% del fabbisogno nipponico di gas sotto forma di Lng, trasportato dall’isola di Sakhalin via mare. Il gasdotto in progetto potrebbe quasi doppiare tale quantità. Oltre ad assicurare una notevole fonte di approvvigionamento, il gasdotto potrebbe anche rappresentare il mezzo per risolvere una faccenda, quella delle Curili, per la quale da decenni non si trova una via convincente al dialogo.
Mosca è proiettata verso lo sviluppo delle infrastrutture delle proprie terre orientali, allo scopo di portare più gas nei mercati dell’Estremo Oriente, ma anche di aumentare la propria presenza nell’area. Il progetto con il Giappone è parte di una strategia più ampia che comprende la conquista del mercato energetico della penisola coreana e l’espansione fino alle città costiere della Cina.
La politica espansionistica russa sta assumendo un novo volto anche a occidente. Lo scorso 1 dicembre 2014, infatti, il presidente Vladimir Putin ha annunciato che se l’Unione Europea non vuole più portare a termine South Stream non è un problema. Mosca è già pronta con un nuovo progetto che passerà più a Sud, in Turchia. La capacità del gasdotto sarà di oltre 60 miliardi di metri cubi l’anno e arriverà sul territorio greco, da cui si diffonderà verso l’Europa meridionale.
La direzione intrapresa dal Cremlino va dritta verso due alleati fondamentali della Nato e degli Stati Uniti, la Turchia e il Giappone, che inoltre hanno intrapreso fra di loro una cooperazione sia in ambito energetico nucleare che militare.
A oriente, nel medio lungo periodo Mosca si appresta a occupare parte dello scenario dell’Asia-Pacifico e a creare un nuovo polo di attrazione per gli approvvigionamenti energetici; a occidente, invece, dove sembrava dover accettare i limiti imposti dalla crisi ucraina, si appresta a competere con l’apertura del Southern Corridor, l’arteria energetica che porterà il gas dell’Asia centrale dal Turkmenistan all’Europa.
December 5, 2014
Strategia