fbpx

Lo scandalo del sistema di cure mediche per i veterani negli Usa

May 28, 2014

Notizie, Politica

Nelle ultime settimane è emerso un nuovo scandalo negli Stati Uniti in merito all’inefficienza del sistema di benefici sanitari per i veterani, gestito dal Veterans Affairs Department (VA). Si tratta di un sistema federale autonomo di ospedali e cliniche dedicate a chi ha servito nelle forze armate, insieme ad una serie di benefici come le pensioni e le indennità aggiuntive per chi soffre di menomazioni o altri problemi a causa del servizio militare prestato.
Nello specifico alcuni ospedali sono accusati di falsificare i tempi di attesa per le visite mediche, per rientrare nei parametri federali di 14 giorni dalla data richiesta. In certe zone l’attesa diventa mesi, anche se stando al Dipartimento la media nazionale è di 21 giorni.
Sono già anni che si parla dei problemi di un sistema con risorse insufficienti e che non riesce a soddisfare i bisogni del grande numero di nuovi veterani che ritornano dalle guerre in Iraq e in Afghanistan. Il punto più critico sembra riguardare le richieste di indennità, la cui evasione richiede tempi da 5-6 mesi fino ad oltre un anno. Nel periodo recente è stato fatto uno sforzo per affrontare il cumulo di richieste passate e per l’informatizzazione del sistema, ma ancora oggi il 97% delle richieste vengono gestite in forma cartacea. La qualità delle cure per i veterani continua ad essere considerata alta, ma l’evidente incapacità di far fronte alle esigenze di chi ritorna dalla guerra sta creando uno sconforto più che comprensibile.
Purtroppo, come spesso accade, il problema è stato politicizzato, con i repubblicani che cercano di addossare i problemi al Presidente Obama, provocando un prevedibile scontro di parte. Obama ha parlato pubblicamente delle accuse esprimendo il suo forte disappunto, ma per ora ha solo promesso che chi ha sbagliato pagherà, una volta concluse le indagini. E’ stato fermo nel difendere il Segretario per gli Affari dei Veterani Erik Shinseki, ex-generale ancora fortemente sostenuto tra i veterani, ma molto meno tra gli organi di stampa che cercano un colpevole su cui concentrare le loro cronache.

Negli ultimi due anni la questione del cumulo di richieste inevase è stata portata all’attenzione del pubblico da niente meno ch Jon Stewart, seguitissimo conduttore televisivo della trasmissione comica “The Daily Show”, decisamente progressista ma che non ha peli sulla lingua quando parla dei democratici. (Da notare che il Presidente Obama ha indicato Stewart come il giornalista che più gli faceva paura durante la campagna elettorale)
Nel corso di una puntata dell’anno scorso, Stewart ha detto così:
“Ecco quello che mi disgusta. Per qualche motivo, noi siamo stati in grado di mandare 300.000 truppe dall’altra parte del mondo per combattere una guerra che ci è costata 2 mila miliardi di dollari. Ma ci vuole molto più tempo perché i veterani feriti in quella guerra ricevano le cure mediche necessarie o le indennità, tutto mentre proclamiamo il nostro amore eterno per il servizio che hanno prestato”.

Con questo nuovo scandalo invece comincia ad emergere un dibattito sui veri costi delle guerre. Infatti mentre nel 2002 l’Ufficio di Bilancio dello Stato (U.S. Office of Management and Budget) aveva stimato i costi della guerra in Iraq in 50-60 miliardi di dollari, alcuni studi recenti della Brown University indicano che il costo effettivo è intorno a 2,2 mila miliardi, se si includono le cure sanitarie per il personale ferito. Se si aggiungono i costi delle operazioni in Afghanistan e in Pakistan, il costo totale potrebbe arrivare a 4 mila miliardi. Questa cifra impressionante è il risultato di vari fattori, compresi gli interessi sui debiti contratti. La questione principale però è la necessità di considerare i costi a lungo termine. Infatti secondo la Harvard University il picco degli esborsi per i veterani avvengono solo dopo alcuni decenni, considerando l’invecchiamento e le indennità che durano nel tempo.
Tutto questo non viene conteggiato nel bilancio dello Stato. Anzi, si assiste ancora ad un dibattito politico in cui viene considerato “irresponsabile” aggiungere nuovo debito pubblico, da parte degli stessi Senatori e Deputati che hanno votato con entusiasmo a favore delle guerre, i cui risultati ora preferiscono ignorare.

Accedi a tutte le notizie

No comments yet.

Leave a Reply