– Dialogo con Dario Rivolta, autore del libro “Il vero Berlusconi”
– di Andrew Spannaus –
Da quando Silvio Berlusconi è entrato in politica oltre vent’anni fa, gli italiani si sono abituati ad una polarizzazione molto forte intorno alla sua figura. I libri e i racconti giornalistici tendono a provenire da una parte o dall’altra, e raramente si trovano delle valutazioni approfondite ma anche oggettive, nel senso che non vedono Berlusconi né come santo né come diavolo.
Dario Rivolta, che ha lavorato con Berlusconi dagli anni Ottanta fino al 2008, quando decise di non ricandidarsi al Parlamento dopo anni di attività come Vicepresidente della Commissione Esteri della Camera, è riuscito a fare proprio questo: valutare i pregi e i difetti di un uomo che nel bene e nel male ha dominato il discorso politico del paese negli ultimi due decenni.
Nel suo libro “Il vero Berlusconi” (Cavinato Editore, 2014), Rivolta riconosce l’abilità di Berlusconi politico, quella capacità innata di grande venditore che gli permette di parlare direttamente “alla pancia” degli italiani e di incarnare il cambiamento, che secondo Rivolta è durata fino al suo secondo governo, quello del 2001-2006. A quel punto l’autore afferma che Berlusconi ha deluso le attese di chi aveva creduto in lui come riformatore, e che il suo atteggiamento “padronale” e anti-intellettuale lo ha portato a fallire nel tentativo di migliorare il paese.
Si è tenuto un incontro pubblico per presentare il libro di Rivolta al Pirellone lo scorso 15 dicembre, sponsorizzato dall’Associazione degli ex Parlamentari della Repubblica. Dopo un’introduzione approfondita da parte del presidente dell’Associazione On. Antonio Duva, ho intervistato Rivolta su alcuni dei punti trattati nel libro che trovo più significativi per inquadrare il ruolo di Berlusconi nel contesto strategico ed internazionale, tralasciando i dettagli troppo spesso superficiali su cui si concentrano i media.
Seguono alcuni stralci del dialogo, sui seguenti temi:
– lo scontro tra le due anime del partito sulla politica economica;
– l’attacco ai “comunisti”, considerato dal punto di vista della strategia del dopoguerra;
– i rapporti internazionali, dagli Usa a Putin;
– il cambiamento del discorso politico in Italia.
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December 17, 2014
Politica