L’operazione Renzi ha funzionato. A febbraio quando c’è stato il cambio di Governo avevamo scritto che il motivo dietro l’approdo di Renzi a Palazzo Chigi andava cercato nel pericolo di un aumento della rivolta sociale a livello europeo, e dunque “è maturata dentro una parte dell’establishment la convinzione che sia ora di cambiare marcia: il dogmatismo di bilancio in barba alle contestazioni dei lavoratori e delle imprese va abbandonato prima che sia troppo tardi. Per l’Italia questa svolta richiede un cambiamento anche di immagine, occorre portare una faccia nuova, uno che cambia il volto del Governo e fa percepire un ritorno alla politica”. (“Un ritorno alla politica?” 14.2.2014)
Il nuovo Presidente del Consiglio ha senz’altro lavorato per dare il segno di una svolta, di aver abbandonato le ricette tagli e tasse dei governi tecnici per concentrarsi sulla crescita; e anche di aver “rottamato” certi aspetti della vecchia politica, dichiarando la propria indipendenza da attori sociali come i sindacati e mettendo in atto alcuni gesti simbolici di riduzione della burocrazia dello stato.
La mossa più tangibile è stata senz’altro quella degli 80 euro in busta paga per i dipendenti. Poco importa se non si tratta di risorse nuove ma piuttosto di uno spostamento coperto con aumenti delle tasse in altri settori. Il segnale è stato dato: dopo aver preso tanto, ora lo Stato comincia a dare.
La domanda più importante – come avevamo scritto a febbraio – è se questa “speranza di cambiamento” si tradurrà davvero in una svolta per il paese, oppure se sarà solo di facciata.
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June 5, 2014
Politica