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Un nuovo partneriato Euro-Africano: progetti idrici per fare fiorire il deserto

August 1, 2011

Economia, Strategia

Urge da tempo una svolta nell’approccio europeo al Nord Africa e al Mediterraneo in generale. Gli incentivi per promuovere la democrazia, gli accordi per limitare l’immigrazione, le riforme per aprire nuovi mercati si scontrano tutti con la realtà di tessuti economici e sociali stremati da secoli di sfruttamento e più recentemente da sfortunati tentativi di applicare una politica di mercato a situazioni dove manca l’essenziale per vivere. Il risultato è davanti ai nostri occhi: fame, corruzione, esodo di massa.

Non affrontare le cause di fondo serve solo a prolungare le colpe del passato e provocare ulteriore pessimismo e risentimento tra i leader africani che si impegnano per un futuro migliore. Mentre si ha l’impressione che nei centri finanziari internazionali la sorte dei popoli ha meno peso dei profitti realizzati sui mercati delle merci, non mancano gli uomini e le donne di buona volontà, e siamo convinti che una svolta si possa creare davvero, purché si affrontino i nodi di fondo che continuano a vanificare gli sforzi dei benintenzionati.

Se le nazioni europee intendono aiutare i paesi del Nord Africa, ci sono alcuni progetti da far partire immediatamente, nel quadro di un approccio di sviluppo economico di base, e cioè dello sviluppo delle infrastrutture che garantiscono la creazione di una società produttiva. Ci vuole un approccio integrato per le infrastrutture dell’energia, dell’acqua e dei trasporti, lontano dai progetti isolati a volte costruiti solo per motivi commerciali. Si parte con il progetto della bonifica degli Shatt, le depressioni melmose in Tunisia e Algeria, che possono diventare centri agro-industriali. Attraverso un sistema di canali, pompe e piante in grado di assorbire il sale, si potrà creare laghi all’interno di questi due paesi, riportando l’area ad un periodo geologico prima della desertificazione.

L’ENEA ha sviluppato delle idee nell’ambito del suo programma “Progettoafrica”, riguardanti la bonifica del deserto del Sahara, come nel caso dello Shatt El Djerid in Tunisia o nella New Valley in Egitto, Questi progetti sono la chiave per lo sviluppo agro-industriale e per il cambiamento climatico positivo, ad opera dell’uomo.

I progetti idrici per il Nord Africa si accompagnano al progetto Transaqua per rivitalizzare il Lago Ciad e per rinverdire la regione del Sahel, in una visione generale di sviluppo infrastrutturale pan-africano. Se questi progetti non verranno attuati, allora l’incendio in Nord Africa potrà solo espandersi e la prospettiva per un’Africa moderna rimarrà soltanto una chimera. Nel periodo recente si è cominciato a parlare di un “Piano Marshall” per il Nord Africa. Ci auguriamo uno sforzo significativo in questa direzione, che va ben oltre gli spiccioli impegnati nell’ultimo periodo. Occorre ragionare sull’ordine di miliardi di euro e decenni per i grandi progetti. I fondi non mancano, come diventa evidente ogni volta che occorre un nuovo salvataggio per salvare un sistema finanziario che ormai predomina su quello reale, con effetti devastanti sul tenore di vita della gente. I motivi per l’ottimismo ci sono, purché affrontiamo la situazione con impegno e lungimiranza.


La bonifica degli Shatt; creare i laghi nel deserto

Transaqua: un’idea per il Sahel

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