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La prima guerra mondiale e la competizione globale di oggi

February 8, 2025

Strategia

– di Andrew Spannaus –

L’arrivo di Donald Trump alla Casa Bianca ha acceso le speranze per un ritorno alla diplomazia nei confronti della Russia. La promessa di fermare il conflitto in Ucraina il primo giorno della sua presidenza era ovviamente un’esagerazione elettorale, ma intanto entrambe le parti si stanno preparando ad aprire una fase di negoziato. Per ragionare su come concepire un accordo, anche se solo preliminare, occorre capire la natura delle divisioni globali di oggi e gli obiettivi degli attori coinvolti.

La Russia, ovviamente, non ha alcuna intenzione di essere declassata e perdere il suo status di grande potenza. Così ha deciso di combattere per mantenere la propria sfera d’influenza. E in risposta alle sanzioni e alla “guerra finanziaria” dell’Occidente, piuttosto che cedere, ha lavorato sodo per rafforzare i suoi rapporti economici con altre parti del mondo, dalla Cina all’India, fino ad altre aree del cosiddetto Sud globale.

Questo rafforzamento dell’interscambio al di fuori della sfera occidentale avviene nel contesto di una crescita graduale dei BRICS negli ultimi anni. Si tratta di un raggruppamento di paesi nato proprio per rappresentare un polo alternativo al mondo occidentale, che per decenni ha imposto i propri modelli e perseguito i propri interessi attraverso il sistema finanziario internazionale. Ora la grande domanda è se nei prossimi anni si creeranno di fatto due blocchi nel mondo: quello occidentale, a guida americana, sostenuto anche dalla rinnovata politica industriale e dalla determinazione a correggere gli errori commessi negli anni della globalizzazione; e uno guidato dalla Cina, che considera le pretese di Washington e dei suoi alleati come arroganti nei suoi confronti e non più obbligatorie da seguire, vista la crescita di nuovi centri di potere.

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