– di Andrew Spannaus –
La faccenda del pallone spia cinese che ha sorvolato gli Stati Uniti ai primi di febbraio ha innescato una serie di azioni difensive da parte americana, ma con il passaggio delle settimane si capisce che le certezze in merito agli oggetti abbattuti sono poche, e che la situazione attuale è dettata soprattutto da considerazioni politiche. Oltre a rappresentare una battuta d’arresto a livello diplomatico, uno dei risultati principali sarà una nuova attenzione all’area denominata “Near Space” in cui si profila un aumento della competizione tra le grandi potenze. Pechino ha sviluppato una serie di strumenti per operare a queste altitudini, e ora a Washington ci si rende conto di essere in ritardo.
La prima domanda che si fa è perché il governo cinese lancerebbe un pallone, nell’epoca delle tecnologie digitali avanzate. I palloni sembrano dare diversi vantaggi: sono in grado di captare comunicazioni come i segnali radio, possono fornire immagini più capillari, possono fermarsi a lungo sopra un bersaglio, e soprattutto hanno un costo decisamente inferiore.
E non si pensi che sia solo la Cina ad utilizzare questa modalità: l’anno scorso anche il Pentagono ha previsto un aumento dei fondi per i palloni che effettuano sorveglianza. Uno dei motivi è di monitorare i missili ipersonici sviluppati dalla Cina e dalla Russia. I palloni sono una “tecnologia” rimasta dalla Guerra fredda, quando gli Usa li utilizzavano spesso per la sorveglianza dell’Unione Sovietica. Ad un certo punto, quando un pallone fu identificato dai russi, si disse pure che era solo per le ricerche meteorologiche…
Inizialmente la giustificazione cinese non è stata presa sul serio in Occidente. Tuttavia le certezze sulla missione del pallone sono poche. Ora, comunque, l’intelligence americana afferma senza mezzi termini che il primo pallone era effettivamente utilizzato per spiare, in particolare sopra i silos missilistici del Montana. Però sia i generali dell’Aviazione sia il presidente Biden hanno detto pubblicamente che ormai sembra chiaro che il pallone non è stato mandato intenzionalmente sulla rotta sopra il Nord America: doveva passare vicino all’isola di Guam nell’Oceano Pacifico, ma ad un certo punto è virato verso Nord, probabilmente a causa di un fronte freddo che ha alterato la sua traiettoria. Così è finito sopra la parte nord degli Stati Uniti, dove approfittando dell’errore, i cinesi avrebbero deciso di sfruttare la situazione per raccogliere informazioni.
La decisione di abbattere il pallone è stata influenzata certamente dalle pressioni politiche, in quanto ormai si fa a gara tra democratici e repubblicani per mostrare una linea dura nei confronti di Pechino. L’amministrazione Biden non voleva sembrare debole, e ovviamente risultava utile impossessarsi dell’apparecchio cinese.
Ma nei giorni successivi le cose sono sfuggite un po’ di mano: l’Aviazione americana ha abbattuto altri oggetti nel Near Space – la zona sopra l’altitudine dove volano gli aerei, ma ancora parte dell’atmosfera terrestre – sopra il territorio americano e anche quello canadese. Poco dopo le autorità statunitensi hanno ammesso di non sapere in realtà cosa fossero gli altri oggetti, e che probabilmente non erano legati a programmi di sorveglianza. Insomma, prima si spara e poi si cerca di capire, aprendosi alle facili accuse da parte di Pechino di aver reagito in modo eccessivo. Infatti il giornale del Partito comunista cinese ha avuto buon gioco a definire l’America immatura e isterica per aver reagito così di fronte ad uno strumento di questo tipo.
Intanto gli effetti politici sono reali. Il viaggio del Segretario di Stato Usa Antony Blinken è stato rimandato, e da entrambe le parti ci si prepara per una nuova sfida nella parte dell’atmosfera dove i cinesi sono più avanti di Washington. C’è chi si chiede, però, perché Xi Jinping avrebbe fatto una mossa di questo tipo. Ad oggi, l’ipotesi più accreditata è che il presidente cinese non fosse affatto a conoscenza dei dettagli dell’operazione, tanto di più se è vero quanto affermano i militari americani, cioè che il passaggio del pallone sopra gli Stati Uniti non fosse nemmeno pianificato in anticipo. Non avrebbe senso per Xi sabotare le discussioni diplomatiche, mentre non si può escludere la possibilità che qualcun altro dentro gli apparati dell’Esercito popolare cinese di liberazione – il PLA, che controlla questo tipo di operazioni – abbia deciso di farlo. Il presidente Biden ha comunque affermato che vuole evitare un deterioramento dei rapporti tra Stati Uniti e Cina a causa di questo incidente. Ma i problemi sono evidenti: a parte il rapido aumento delle accuse, a livello militare Pechino si è rifiutato di aprire un canale diretto per le comunicazioni, dimostrando la difficoltà di gestire i rischi tra i due grandi paesi in questo periodo.
– Newsletter Transatlantico N. 6-2023
Iscriviti – solo 1 euro al mese!
February 23, 2023
Strategia