Uno dei risultati evidenti dell’intervento russo nella guerra, con il tentativo di “demilitarizzare” e “denazificare” l’Ucraina come affermato più volte da Mosca, è che i gruppi ucraini che un tempo venivano considerati estremisti e pericolosi sono ora accettati come parte della resistenza necessaria contro la Russia. L’esempio più evidente (ce ne sono anche altri) è rappresentato dal Battaglione Azov, che in passato è stato definito dalle autorità statunitensi come “un’organizzazione paramilitare neonazista” ed è stato escluso dagli aiuti militari forniti da Washington negli anni precedenti al conflitto.
Oggi le cose sono cambiate. In un articolo del 12 maggio sul New York Times che illustra gli ultimi sviluppi sul campo, si legge: “”La fase difensiva della battaglia per Bakhumut volge alla fine”, dichiara Andriy Biletsky, che detiene il comando finale della brigata, così come di altre unità dell’esercito ucraino. Ora, afferma, l’Ucraina intensificherà la pressione sui russi dal nord e dal sud”
Per chi segue gli eventi ucraini da anni, vedere il nome di Biletsky in questa posizione è abbastanza sorprendente. Infatti, Biletsky è il fondatore del Battaglione Azov, una persona che nel 2010 ha affermato che la missione nazionale dell’Ucraina è quella di “guidare le razze bianche del mondo in una crociata finale… contro gli Untermenschen guidati dai semiti” e che ha invocato la sostituzione dell'”internazionale sionista” con la “nazocrazia”.
oppure
May 29, 2023
Notizie, Strategia