Continua la fase di stallo in merito al ripristino dell’accordo nucleare con l’Iran. I contorni generali di un’intesa sono chiari da mesi: gli Usa rientrerebbero nell’accordo e toglierebbero le sanzioni sul programma nucleare, e l’Iran rientrerebbe nei limiti stabiliti dall’accordo. Ma non sarebbero rimosse le altre sanzioni che non riguardano le questioni nucleari. E poi c’è il punto più importante, quello che sta bloccando di fatto la firma: la richiesta di restrizioni alle attività della Guardia rivoluzionaria (IRGC), come condizione per rimuoverla dalla lista delle organizzazioni terroristiche.
Per l’Iran queste richieste “eccessive” fanno dire che Washington non sia veramente intenzionata a concludere il nuovo accordo; per gli Usa, si tratta di un punto essenziale non solo per via di pressioni politiche interne, ma anche per dimostrare che si è ottenuto qualcosa in più rispetto al passato. Altrimenti le mosse americane dal momento del ritiro di Trump saranno risultate del tutto inutili; anzi, ormai, secondo la portavoce della Casa Bianca Jen Psaki, il “breakout time”, cioè il tempo necessario effettivo per l’Iran di produrre una bomba in base alle capacità attuali, sarebbe sceso a poche settimane, mentre durante la vigenza dell’accordo siglato nel 2015 (JCPOA) sarebbe stato necessario un anno.
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May 7, 2022
Notizie, Strategia