– di Paolo Balmas –
Come asseriva James Ellroy nella sua versione romanzata degli omicidi Kennedy, i fatti possono essere manipolati affinché si conformino a qualsiasi tesi. In una situazione di guerra come quella attuale, inaspettata seppur annunciata, racconti e immagini si intrecciano senza spiegare nulla. Il controllo della narrazione, come molti hanno notato, è fondamentale e una più ampia guerra psicologica è in atto. Senza considerare poi che oggi è molto facile fabbricare i fatti dal nulla, come ci insegna molto bene la storia dell’invasione dell’Iraq. In generale, sembra che alcune informazioni abbiano più successo di altre, probabilmente per ragioni politiche e anche ideologiche. Le informazioni che abbiamo a disposizione sono limitate e spesso da prendere con le pinze, come anche quelle che si leggono qui di seguito. Riportiamo alcuni fatti curiosi, che possono avere più o meno importanza, ma che abbiamo notato non essere risultati molto interessanti per la maggior parte dei resoconti mediatici a disposizione. Per qualche ragione hanno avuto meno successo.
Il primo fatto, il più importante, riguarda la questione dell’acqua potabile in Crimea. La fornitura dell’acqua potabile alla penisola, ritornata sotto il controllo russo nel 2014, dipende quasi interamente da un acquedotto la cui sorgente si trova in territorio ucraino, nei pressi del Dnipro. Tale dipendenza puramente geografica di una terra strategica per Mosca come la Crimea, fu alla base della decisione di Khrushchev di donare la penisola all’Ucraina nel 1954. A quanto pare, il controllo della sorgente d’acqua è stato il primo obiettivo dell’invasione russa. L’Ucraina, in seguito alla decisione del parlamento della Crimea di ritornare sotto la bandiera russa, aveva bloccato il flusso d’acqua. Gli abitanti di Crimea avevano dovuto razionare la poca acqua disponibile, proveniente da altre fonti (che fornivano solo il 10% del fabbisogno reale), e ne potevano usufruire per meno di due ore al giorno.
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March 8, 2022
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