– di Paolo Balmas –
(immagine: soldati russi mostrano la bandiera di Pravy Sektor catturata alle porte di Mariupol – foto di Luca Steinmann)
Le notizie che provengono dall’Ucraina continuano a essere discordanti e spesso dipingono scenari molto diversi l’uno dall’altro. Alcune notizie sono smentite con estrema velocità, altre non arrivano proprio. In questo stato di parziale informazione aumentano le incertezze sul futuro prossimo. In Polonia aumentano i timori di un allargamento del conflitto. Le generazioni più anziane dei paesi dell’ex blocco sovietico dicono che sapevano che la Russia sarebbe tornata prima o poi e che l’Ucraina è solo l’inizio. Aumenta, in altre parole, l’idea che la Russia vada fermata prima che sia troppo tardi. Intanto, le parti in guerra si dicono pronte ad andare avanti con i colloqui di pace. Da un lato la Russia, con il presunto, o quanto meno vago, appoggio della Cina. Dall’altro l’Ucraina, che è stata messa letteralmente in braccio al resto d’Europa, con una Nato solo apparentemente assente. Sono ormai quasi tre milioni i profughi ucraini. Più della metà sono entrati in Polonia e molti viaggiano verso occidente. In più si aggiungono quasi due milioni di dislocati interni. Una parte della comunità ebraica ha potuto raggiungere Israele.
Questi movimenti suggeriscono che non si tratti solo di paura di bombardamenti o di guerra aperta per le strade delle grandi città. Piuttosto sembrano manovre a lungo termine, non solo per la guerra in sé, ma anche per il ripristino delle catene di valore e dei servizi di base in zone attaccate. Le voci che trapelano dall’Ucraina non si aspettano una risoluzione imminente. Se ciò fosse vero, bisognerebbe chiedersi allora cosa vuole veramente la Russia. Questa domanda non sembra avere risposta. I due obiettivi principali della campagna bellica dovrebbero essere per lo più raggiunti: ripristino dell’acqua potabile in Crimea ed eliminazione del battaglione Azov.
Loginoppure
March 19, 2022
Notizie, Strategia