Il recente viaggio in Xinjiang di Michelle Bachelet, commissaria per i diritti umani all’Onu ed ex presidente del Cile, si è risolto in ciò che ci si aspettava. La Commissaria non ha potuto constatare realmente quale sia lo stato attuale dei diritti umani della popolazione uigura, di religione musulmana, nello Xinjiang. Negli ultimi anni sono state lanciate gravi accuse contro il governo cinese, che secondo alcuni avrebbe organizzato un sistema di campi di concentramento in stile nazista per controllare fino a un milione di persone, accusate ingiustamente di essere potenziali terroristi. Si attende il suo rapporto ufficiale, ma la prima impressione è che la Commissaria stia subendo pressioni da più direzioni. Da un lato la Cina sostiene che le accuse delle potenze occidentali sono infondate e dall’altro le potenze occidentali accusano il governo di Pechino di aver gestito il viaggio della Commissaria in modo da nascondere l’evidenza. Una discussione del tutto superficiale e puramente mediatica, prima di tutto perchè il viaggio di Bachelet non era parte di una investigazione, ma solo un modo per approfondire un difficile dialogo su una vicenda complicata e facilmente manipolabile da entrambe le parti.
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June 4, 2022
Politica, Strategia