– di Paolo Balmas –
Di recente sta prendendo piede l’idea che il mondo sia entrato in una nuova guerra fredda. Anche il mondo accademico ‘scientifico’ è rimasto ammaliato da questa immagine, confermando il super potere dei mass media mainstream di influenzare le idee politiche ed economiche anche in ambienti che dovrebbero essere immuni a tali narrazioni. Le interpretazioni sono molteplici, ma rimane di fondo l’idea che siamo entrati in una fase di scontro fra due blocchi. La definizione dei blocchi in questi giorni, dallo scoppio della guerra in Ucraina, consiste nella contrapposizione fra la sfera nordatlantica da un lato e l’asse Mosca-Pechino dall’altro.
Non solo ci sono dei problemi con questa visione dei fatti, ma ce ne sono con la stessa idea di guerra fredda. Questa, poi, è accompagnata dall’idea complementare di un mondo multipolare. Ciò implicherebbe una divisione del mondo in sfere di influenza, fra cui quella americana, a volte associata a quella europea, che si oppone a quelle cinese e russa. Per credere che la Russia rappresenti una possibile alternativa al sistema democratico occidentale, o che voglia presentarsi come un’alternativa sulla scena mondiale, richiede molta fantasia. Per quanto riguarda la Cina, sebbene sia entrata ormai da quasi dieci anni in una nuova fase di espansione economica oltre i propri confini nazionali, non sembra di offrire un chiaro sistema alternativo da contrapporre a quello nordatlantico. Insieme, però, formerebbero un’alleanza capace di promuovere un’alternativa all’Occidente. Ma quale?
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April 7, 2022
Politica, Strategia