– di Andrew Spannaus –
I piani di Joe Biden per iniziare un periodo di diplomazia diretta con Xi Jinping, sul modello dell’emergente ‘dialogo tra grandi potenze’ con la Russia, sono fermi. All’incontro del vice segretario di Stato Usa Wendy Sherman con il vice ministro degli Esteri Xie Feng dello scorso 26 luglio, il rappresentante cinese si è lamentato della volontà di creare un “nemico immaginario” nel tentativo di bloccare lo sviluppo della Cina, da parte di Washington. Invece di fare progressi verso l’obiettivo fissato dal presidente americano, i due diplomatici hanno avuto uno scambio “franco” di opinioni, in cui Xie Feng, per esempio, ha presentato una lista di azioni da parte di Washington che vanno oltre le “linee rosse” di Pechino, e delle quali pretende l’interruzione: dalle sanzioni alle iniziative contro il gigante delle telecomunicazioni Huawei.
In questa fase l’approccio della Casa Bianca non è di tentare di risolvere le dispute, obiettivo troppo ambizioso che comunque richiederebbe concessioni da entrambe le parti;
Washington non è pronta a farle, e non le aspetta nemmeno da Pechino. Piuttosto si vuole stabilire dei “guardrail” che delineano lo scopo delle contese, in modo da evitare potenziali conflitti più acuti.
Gli Stati Uniti sono critici verso quelle azioni dei cinesi che considerano aggressive, tra cui le loro operazioni navali nei confronti dei vicini e il potenziamento delle forze armate, a partire dall’arsenale nucleare. A Washington si pensa che difficilmente Pechino cambierà nel breve periodo, e quindi l’idea è di creare una piattaforma per il dialogo, che può ridurre il rischio di errori di calcolo nella gestione dei rapporti, che potrebbero sfociare in una guerra.
Uno degli elementi di questo dialogo è il canale telefonico tra le istituzioni militari dei due paesi. La prima linea diretta fu decisa nel 2007, ma è stata limitata a causa delle strutture burocratiche, ed è stata anche ignorata o sospesa da parte dei cinesi per lunghi periodi. La Casa Bianca crede invece che serva una linea diretta e immediata; se si dovessero registrare progressi nelle discussioni diplomatiche, Biden chiederà a Xi di consolidare questo canale.
Intanto si registra un cambiamento nella visione strategica delle istituzioni militari negli Stati Uniti. Se negli ultimi decenni le attenzioni erano focalizzate sulle guerre piccole come quelle nel Medio Oriente allargato, ora si è maturata la convinzione che la prossima guerra sarà una guerra grande. Ovviamente, l’avversario più probabile è la Cina, ma non è escluso che potrebbe coinvolgere anche altri. Per ora è considerata solo un’eventualità, ma proprio per questo ci sono preoccupazioni sugli approcci diversi tra i due paesi: mentre i cinesi puntano a negoziare per risolvere le differenze, gli americani sono convinti che questo sarà molto difficile. Quindi occorre creare delle strutture per evitare la guerra e allo stesso tempo concentrarsi sugli interessi comuni dove possibile.
– Newsletter Transatlantico N. 25-2021
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August 11, 2021
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