– di Andrew Spannaus –
La scorsa settimana si sono conclusi due processi importanti che toccano questioni razziali negli Stati Uniti: quello di Kyle Rittenhouse, il giovane che ha ucciso due uomini e ferito un terzo durante le proteste di Black Lives Matter nell’agosto 2020 nel Wisconsin; e quello di tre uomini bianchi della Georgia che hanno ucciso il nero Ahmaud Arbery nel febbraio sempre del 2020, mentre quest’ultimo faceva jogging. I processi hanno ricevuto molte attenzioni, a causa dell’ampio movimento sorto in risposta all’omicidio di George Floyd nel maggio dell’anno scorso e ai numerosi casi di violenza contro i neri in America, spesso documentati da video e quindi ormai visibili da tutti.
Se la grande attenzione su questo tema ha reso ancora più evidente il problema della violenza nei rapporti tra la polizia e le minoranze come gli afroamericani, contribuendo ad un dibattito politico e culturale aspro nella società americana, l’andamento dei processi nei tre casi citati offre motivo per un maggiore ottimismo, in quanto la polarizzazione politica intorno al tema delle relazioni razziali non sembra aver influenzato lo svolgimento dei processi, che hanno rinnovato il primato della legge, a prescindere da chi si trova al banco degli imputati.
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December 4, 2021
Cultura, Notizie, Politica