Sanders si ritira

– di Andrew Spannaus –

Messo in un angolo grazie alla crisi coronavirus, Bernie Sanders ha annunciato la fine della sua campagna elettorale lo scorso 8 aprile. Dopo la disfatta del Super Tuesday e la conferma del vantaggio di Joe Biden nella votazione nel Michigan del 10 marzo, è diventato evidente che Sanders non poteva più raggiungere Biden nella corsa per i delegati necessari ad aggiudicarsi la nomina alla Convention di questa estate, salvo un crollo repentino di quest’ultimo dovuto a qualche evento imprevisto.

Un evento imprevisto è arrivato, il coronavirus, che però ha peggiorato ancora di più la situazione per Sanders: il candidato dell’ala progressista del partito avrebbe voluto continuare la campagna per un paio di mesi, mostrando la sua forza tra vari settori dell’elettorato per poter influenzare la traiettoria di Biden, ma ormai questa strada non era più percorribile. Le prossime primarie sono state rimandate, come anche la Convention (da luglio ad agosto), mentre i candidati non possono andare in giro per comizi o incontri di alcun tipo. Dunque la presenza di Sanders rischiava di danneggiare fortemente Biden: l’ex Vice Presidente soffre già di una visibilità ridotta rispetto a Trump, in quanto il presidente fa conferenze stampa tutti i giorni, e fino a quando Sanders rimaneva in corsa Biden non poteva nemmeno presentarsi come la chiara alternativa al presidente, dovendo stare attento a non offendere gli elettori democratici che ancora speravano in Bernie.

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