– di Andrew Spannaus –
Il Senato Usa ha respinto i due capi d’accusa contro Donald Trump, mettendo fine al processo di impeachment e aprendo una nuova fase della politica americana, proiettata verso le elezioni del prossimo novembre. Il voto finale ha avuto poco a che fare con i dettagli della famosa telefonata di Trump al presidente ucraino Volodomyr Zelensky del luglio 2019, perché la procedura d’impeachment è stata politicizzata al massimo. Questo, non semplicemente perché i repubblicani hanno mostrato di aver paura di smarcarsi da un presidente molto popolare tra la base del partito, ma perché la procedura non poteva essere considerata sui meriti; è avvenuta in un contesto di uno scontro politico ed istituzionale iniziato ancora prima dell’insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca, quando una parte importante dell’establishment di Washington, a partire dai vertici della comunità d’intelligence, decise di contrastare Trump in ogni modo.
Seguirono le indagini sul Russiagate, in cui si è cercato di dimostrare che la sconfitta di Hillary Clinton nelle elezioni del 2016 fosse dovuta non ai suoi errori e alla rivolta popolare contro la globalizzazione, ma piuttosto ad un intervento della Russia di Vladimir Putin.
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February 9, 2020
Notizie, Politica