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Russiagate: si ferma il contrattacco di Trump

September 28, 2018

Notizie, Politica

(free) – di Andrew Spannaus –

Una settimana fa il presidente americano Donald Trump ha annunciato di aver ordinato al dipartimento della giustizia e al direttore nazionale dell’intelligence di rendere pubblici alcuni documenti in merito alle azioni del Fbi durante la campagna elettorale nel 2016. Nello specifico, si tratta della richiesta di autorizzazione per sorvegliare il consulente di Trump Carter Page, approvata dal tribunale segreto FISA, nonostante il fatto che sia un cittadino americano, e quindi tecnicamente esente dalle azioni di tale tribunale, che dovrebbe occuparsi di questioni di intelligence estera.

Il congressista Devin Nunes, repubblicano e capo della Commissione Intelligence della Camera dei Rappresentanti, ha affermato che gli americani saranno “scioccati” se potranno vedere quanto fatto dal Fbi. Se le agenzie di governo hanno commesso degli abusi – ha detto Nunes – ottenendo un mandato di sorveglianza per un cittadino americano, allora saranno da mettere sotto processo, esercitando il potere di supervisione riconosciuto al Congresso.

Il presidente spera di dimostrare quanto dice dall’inizio, cioè che si tratta di una caccia alle streghe in cui alti funzionari all’interno delle istituzioni hanno utilizzato il loro potere per motivi politici. La stampa dell’establishment ha sempre sostenuto il contrario, tentando di ridicolizzare l’idea che ci fossero state delle “intercettazioni” ordinate da Obama. I fatti, però, dimostrano che ci sono state sì delle irregolarità, che se messe sotto i riflettori dell’opinione pubblica, potrebbero cominciare a cambiare le percezioni in merito alle indagini del Russiagate.

La minaccia di Trump è durata pochi giorni. Già il 21 settembre il dipartimento della giustizia sembra aver convinto il presidente a demordere, aspettando almeno a dopo le elezioni di mid-term prima di esigere il rispetto del suo ordine. Le motivazioni addotte sono che l’azione potrebbe avere un effetto negativo sulle indagini in merito alla Russia, e che potrebbe svelare fonti e coinvolgimenti imbarazzanti per alcuni alleati.

A questo punto si vedrà dopo il voto di novembre per capire se c’è stato un qualche accordo con la comunità d’intelligence, o se lo scontro sul Russiagate riprenderà a pieno titolo.

– Newsletter Transatlantico N. 31-2018

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