– di Paolo Balmas –
Il viaggio in Cina di Theresa May, durato tre giorni e conclusosi a Shanghai lo scorso venerdì 2 febbraio 2018, conferma l’impegno britannico a sviluppare la prospettiva a lungo termine delle relazioni commerciali fra il Regno Unito e la Cina. Non viene celato l’obiettivo reale della diplomazia britannica, che consiste nel firmare un accordo di libero scambio con Pechino non appena concluso il processo di scorporazione dall’Unione Europea. Per il momento, la delegazione che ha accompagnato la May in Cina ha siglato accordi per un totale di 10,2 miliardi di euro, che creeranno circa 2.500 posti di lavoro in Gran Bretagna. Di questi, un miliardo di euro e 890 posti di lavoro riguardano unicamente l’industria dei servizi finanziari. Fra i presenti nella delegazione c’erano i rappresentanti di Standard Chartered, HSBC Holdings e London Stock Exchange.
Di “periodo d’oro” delle relazioni fra la Repubblica popolare cinese e la Gran Bretagna se ne parlava già quando a Londra c’erano Cameron e Osborne (rispettivamente, ex primo ministro ed ex cancelliere dello scacchiere), ovvero prima del referendum che ha dato il via alla Brexit. Si è detto spesso che la Brexit avrebbe dato vita a una trasformazione e a un necessario riassestamento delle relazioni fra Pechino e Londra, soprattutto perché la City avrebbe la funzione di ponte fra le istituzioni finanziarie cinesi e il Vecchio Continente.
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February 6, 2018
Economia, Politica