(free) – di Paolo Balmas –
Gli investimenti diretti provenienti dall’estero, FDI, in Cina sono in aumento. Nel primo trimestre del 2018 sono cresciuti dello 0,5% (0,4% su base annua). Il portavoce del Ministero del Commercio, Gao Feng, ha fatto notare che il 66% di tale aumento è rivolto al settore hi-tech, un trend che ci si aspetta aumenti ancora. Le riforme interne cinesi in atto hanno, fra tanti altri, l’obiettivo di rendere l’ambiente economico più favorevole agli investimenti stranieri.
Il totale di FDI nel primo trimestre 2018 è stato di 36 miliardi di dollari, ancora poco se paragonato ai 180 miliardi di dollari di investimenti all’estero partiti dalla Cina nel 2016. Sebbene gli FDI siano incoraggiati dal governo di Pechino, soprattutto in relazione alla Belt and Road Initiative (BRI), una nuova legislazione entrata in vigore nel 2017 per controllare maggiormente l’uscita di capitali dalla Repubblica popolare, ha fatto sì che lo scorso anno ci sia stato un calo di attività da parte degli investitori cinesi.
L’intento del governo cinese è di assicurarsi che gli investimenti siano effettuati principalmente nell’economia reale. L’impatto maggiore di tale politica è stato riscontrato nel mercato statunitense, dove si è visto un calo di investimenti partiti dalla Cina, da 46 miliardi di dollari nel 2016 a 29 miliardi di dollari nel 2017. Probabilmente, uno dei motivi per cui l’amministrazione Trump minaccia una guerra economica contro Pechino. In generale, le previsioni indicano la Cina come uno dei maggiori, se non il maggiore, tra gli investitori all’estero per il 2020.
– Newsletter Transatlantico N. 13-2018
April 21, 2018
Economia, Notizie