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Gli Stati Uniti hanno annunciato l’intenzione di imporre nuove restrizioni ai voli russi sopra il proprio territorio, che avvengono in base al Trattato sui Cieli aperti. Il trattato permette ad ogni paese aderente di condurre voli sopra il territorio degli altri per monitorare le rispettive attività militari. Le nuove misure sono state decise in risposta ai limiti imposti dalla Russia sui voli sopra la regione del Kaliningrad, e potrebbero bloccare il monitoraggio dell’Alaska e delle Hawaii, secondo l’agenzia russa Tass. Da parte loro i russi accusano non solo gli Usa, ma anche altri stati aderenti come il Canada, la Georgia e la Turchia di interferire con i loro voli d’osservazione.
Ci sono posizioni differenti nelle forze armate sull’opportunità di lasciare in vigore il trattato. Per alcuni i Cieli aperti significano garantire la trasparenza, ma ci sono anche preoccupazioni su quante informazioni la Russia può ottenere. L’Ammiraglio Cecil D. Haney ha dichiarato al Wall Street Journal che attraverso i voli Cieli aperti la Russia può “raccogliere informazioni sul Dipartimento della Difesa e la sicurezza nazionale, o le infrastrutture nazionali critiche”. Questo comporterebbe delle vulnerabilità e anche grandi costi per mitigare i rischi. Si fa notare anche che il Pentagono non ha potenziato i propri velivoli come lo hanno fatto i russi negli ultimi anni, portando ad uno svantaggio rispetto ai russi in termini della tecnologia utilizzata per ottenere informazioni.
– Newsletter Transatlantico N. 41-2017
September 29, 2017
Notizie, Strategia