(free) Continuano le preoccupazioni delle istituzioni statunitensi in merito alle aperture diplomatiche verso la Russia da parte della prossima Amministrazione. Dopo la grande attenzione data alle accuse di ingerenza nelle elezioni presidenziali – che non hanno avuto l’effetto sperato sul voto dei grandi elettori – ora la discussione si sposta sulla linea che Trump cercherà di imporre al Pentagono.
La rivista Foreign Policy ha ottenuto copia di un memorandum che riassume le priorità per la difesa Usa della squadra di transizione di Trump. I punti identificati sono, testualmente:
1) sviluppare una strategia per sconfiggere/distruggere l’ISIS
2) Costruire una difesa più forte (Eliminare i tetti dal Budget Control Act; migliorare forza/dimensioni/prontezza delle forze)
3) Sviluppare una strategia complessiva per la cybersicurezza del Governo Usa
4) Trovare maggiori efficienze…
Cosa manca dalla lista? La Russia, naturalmente, che ha fatto suonare campanelli d’allarme a Washington e a New York.
Foreign Policy riporta dichiarazioni di personaggi dentro e fuori dalle istituzioni che esprimono la loro preoccupazione per la nuova impostazione, anche se non si tratta di un documento ufficiale. Si ricorda per esempio che il Direttore dell’Intelligence (DNI) James Clapper affermò l’anno scorso che l’ISIS è una minaccia molto minore della Russia. E che l’attuale Capo di Stato Maggiore Joseph Dunford ha messo la Russia in cima alla lista delle “minacce esistenziali”, seguita dalla Cina, la Corea del Nord, e poi dall’ISIS solo al quarto posto.
Sono molto rivelatori i commenti dell’ex funzionario del Pentagono Evelyn Farkas – utilizzati sia per aprire che chiudere l’articolo: Farkas si aspetta delle resistenze significative da parte dei funzionari del Pentagono se Trump dovesse seguire le priorità come indicate in questo memo, affermando che al Pentagono troveranno modi di resistere a un tale cambiamento.
– Newsletter Transatlantico N. 86-2016
January 3, 2017
Strategia