(free) – di Andrew Spannaus –
Il giorno dopo l’apparente successo di Benjamin Netanyahu nel bloccare la risoluzione al Consiglio di Sicurezza dell’Onu che criticava gli insediamenti israeliani, la stessa risoluzione è stata reintrodotta da altri paesi – Malesia, Nuova Zelanda, Senegal e Venezuela – e approvata all’unanimità, con l’astensione degli Stati Uniti.
Così il piano dell’Amministrazione Obama di compiere un’azione dimostrativa prima della fine del proprio mandato è stato attuato con successo, nonostante l’inghippo temporaneo del 22 dicembre.
Il varo della risoluzione è avvenuto poche settimane prima dell’insediamento di Donald Trump, che di recente ha promesso di essere più vicino ad Israele e ha criticato la mossa di Obama. Perciò non avrà l’effetto di cambiare né la politica americana né la politica israeliana nei prossimi mesi.
Tuttavia la furiosa reazione israeliana dimostra quanto si consideri importante una presa di posizione di questo tipo da parte degli Stati Uniti. Netanyahu ha accusato gli Usa di aver orchestrato il voto “vergognoso”, e secondo un resoconto del quotidiano inglese The Guardian avrebbe addirittura detto ai rappresentanti della Nuova Zelanda che un voto a favore della risoluzione sarebbe stato considerato un “atto di guerra”.
Ora il Premier israeliano – alle prese anche con un’indagine per corruzione – sta lavorando per bloccare nuove azioni critiche della sua politica in seno alle Nazioni Unite, che potrebbero scaturire dall’iniziativa diplomatica guidata dalla Francia che mira ad identificare una soluzione alla questione israelo-palestinese, ma senza negoziati diretti tra le parti.
L’astensione americana è stata sottolineata dal Segretario di Stato John Kerry con un lungo discorso sul tema Israele, in cui ha ribadito il sostegno degli Usa all’alleato ma ha criticato in termini insolitamente chiari la politica degli insediamenti. Nonostante l’apparente inutilità pratica della presa di posizione considerando l’imminente cambio di Amministrazione, Kerry ha di fatto rotto il tabù in merito alle critiche ufficiali ad Israele, che potrà avere effetti duraturi negli Usa.
– Newsletter Transatlantico N. 2-2017
January 7, 2017
Notizie, Politica