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Al contrario di quanto riportato da numerosi organi di stampa in tutto il mondo, l’Aviazione americana non pianifica di mettere in stato di allerta continuo i bombardieri nucleari B-52 come all’epoca della Guerra Fredda. Ci sono sì delle attività in corso, ma si tratta di aggiornamenti delle infrastrutture delle basi militari che permetterebbero di alzare il livello d’allarme se diventasse necessario; cosa diversa dal mobilitare i B-52 per minacciare la Corea del Nord come molti hanno voluto credere.
La portavoce dell’Aviazione Usa Ann Stefanek ha dichiarato a Defense News che si tratta di miglioramenti alle strutture, per condurre esercitazioni e modernizzare le installazioni, compresi aspetti semplici come le mense. “Facciamo queste cose normalmente come parte della missione organizzare, addestrare e attrezzare perché le nostre forze siano pronte se saranno chiamate”.
L’isteria creata dalla notizia in merito ai bombardieri nucleari proviene ovviamente dalla situazione di tensione con Kim Jong-Un, ma riflette anche la confusione su come funzionano le forze armate americane. L’Aviazione è responsabile di mantenersi pronta in caso di decisioni prese da altri. Servirebbe una richiesta dal Comando strategico (STRATCOM, uno dei nove comandi congiunti del Dipartimento della Difesa Usa) per ritornare ad uno stato di allerta, ma secondo funzionari dell’Aviazione non ci sono né piani né discussioni di questo tipo al momento.
In passato i B-52 rimanevano sulla pista di decollo in caso di necessità, con i piloti pronti a partire in qualsiasi momento. Oggi ci sono una varietà di velivoli con capacità nucleari, come il B-2 e anche l’E-4B, oltre ad altri sistemi come i missili cruise che vengono trasportati sulle navi. Ai tempi della Guerra Fredda la flotta strategica contava 300 bombardieri, di cui il 20% in stato di allerta; oggi ce ne sono solo 75, di cui 44 destinati ad eventuali missioni di combattimento.
Nel 2014 il presidente Obama cambiò rotta rispetto alla promessa di favorire un mondo senza armi nucleari, approvando un programma di investimenti di oltre 1 trilione di dollari nello spazio di tre decenni per modernizzare l’arsenale americano. Allora alcuni consiglieri del presidente presentarono la decisione come una risposta alle azioni russe in Ucraina.
Anche Donald Trump, pur avendo promesso di porre fine alle guerre dei neconservatori, ha sottolineato l’importanza di mantenere un moderno arsenale nucleare. Tuttavia quando due settimane fa numerosi media hanno riportato la presunta richiesta di Trump di aumentare le riserve delle bombe di circa dieci volte, il presidente si è scagliato contro la NBC, definendo la notizia una “fake news” e minacciando di mettere in discussione la licenza della rete televisiva.
Nei primi mesi della sua presidenza Trump ha sottolineato più volte il pericolo della proliferazione nucleare, ma ha anche detto che l’America non può essere il poliziotto del mondo, e quindi che certi alleati come il Giappone o la Corea del Sud potrebbero voler sviluppare le proprie armi atomiche.
– Newsletter Transatlantico N. 45-2017
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October 28, 2017
Politica, Strategia